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Commercio, l’occupazione in calo dopo la crescita post Covid

Occupazione in affanno nel 2024 in Umbria nel settore commerciale, dopo una crescita che aveva portato a superare i livelli pre Covid.

Le difficoltà si concentrano nella provincia di Perugia, dove si perdono in un anno 557 addetti, mentre il commercio della provincia di Terni migliora ancora la performance occupazionale, guadagnando 170 addetti.

E’ quanto emerge dal report della Camera di Commercio dell’Umbria. Tra i motivi, la fine della coda della forte ripresa post Covid e la conseguente decelerazione della crescita economica e dei consumi. Prosegue intanto inesorabile la riduzione del numero delle imprese attive del settore; in un anno se ne sono perse 586, anche in questo caso con il calo più forte nella provincia di Perugia (-457, -3,3%) rispetto a quella di Terni (-129, -2,6%). Un trend ultradecennale che vede sparire soprattutto gli esercizi più piccoli. Questi, considerando gli esercizi fino a un addetto, sia familiari che non, sono scesi nel secondo trimestre 2024, rispetto allo stesso periodo 2023, di 585 unità, con una contrazione di ben il 4,7%. La riduzione, peraltro, nell’ultimo anno è stata particolarmente severa per i negozi in cui lavora solo il titolare, che sono scesi di ben il 23,6% (-455 esercizi). Un problema che colpisce anche e soprattutto i negozi di prossimità determinando un impatto sociale molto forte, come rilevato dal Centro studi Tagliacarne nell’ambito del progetto Urban Pulse 15.

Il commento del presidente Mencaroni

“La trasformazione del commercio in Umbria emerge con chiarezza – commenta il presidente della Camera di commercio dell’Umbria, Giorgio Mencaroni – nei suoi contorni ben definiti, dal report dell’Ente camerale. Come emerge anche che, nel 2024, si registra una battuta d’arresto, dopo la crescita degli anni scorsi, nell’occupazione delle imprese commerciali in provincia di Perugia, che manda in negativo il bilancio regionale, nonostante l’aumento registrato in provincia di Terni. Qui bisognerà vedere se si tratta della fine della coda della forte ripresa post Covid e la conseguente decelerazione della crescita economica e dei consumi, oppure di una fase di riassetto del settore. O di entrambe le cose insieme. Il punto strategico chiave è comunque, a livello regionale umbro, una programmazione che accompagni tale trasformazione garantendo la libera concorrenza ma tutelando anche alcuni presidi, a partire dagli esercizi commerciali di prossimità, che rivestono in molte realtà umbre un ruolo sociale insostituibile e che, lasciati a se stessi, determinano con la loro rarefazione problemi sociali, in particolare per gli anziani e altre categorie fragili, minando la coesione sociale e la vivibilità dei territori. Come, questo senso, è fondamentale una pianificazione urbanistica che porti a concretizzare l’obiettivo ‘La città a 15 minuti’, ossia un modello di pianificazione urbanistica che abbia come obiettivo quello di migliorare la qualità della vita delle persone dando loro modo di gestire al meglio tempo e risorse. Su questo in Umbria c’è ancora molto da lavorare”.