Era naturale che un festival attento all’humus culturale espresso dal territorio, e in piena sintonia con gli interventi dell’Informagiovani del Comune di Perugia, portasse il suo sguardo sulla scena cittadina dei graffiti. Perciò alla seconda edizione non poteva mancare un evento espositivo che ha già avuto un’anticipazione nell’anteprima del festival e che ora prende corpo per quindici giorni presso gli spazi comunali gestiti dall’associazione Arti Visive Trebisonda, nata negli anni Ottanta in ‘gemellaggio’ con realtà omologhe dei Paesi Bassi per l’autopromozione delle arti.
Un evento espositivo che mette a confronto lo sguardo ‘militante’ dell’artista europeo Zedz, chiamato a fare da curatore delle opere di una comunità con la quale è entrato in pieno contatto: un collettivo attento alla cultura di riferimento internazionale delle arti urbane, con la quale vuole dialogare a distanza tramite la presenza e la guida di un artista tra i più quotati. In un processo che rispecchia quello della street art mondiale, di recente entrata in contatto con le politiche espositive pubbliche e private, con i musei e con le gallerie, come già messo in evidenza dal programma dell’edizione 2012 di Comma.
La crew Aeroes e gli artisti Bero, Fieno, Michele Droghini aka Geos, Niqq aka T-Key, Mister N, Pablo, Paolo Legumi, Mirko Bacchiorri, Riccardo Mazzi e Zorba colgono l'occasione per comunicare con la città in modo inusuale, proponendo una mostra di lavori realizzati, sì, grazie alla street art, ma mediata dalle proprie diverse professionalità. Illustratori, grafici e designer compongono un messaggio nuovo, maturo ed europeo, che offre allo spettatore la possibilità di riconoscere un valore estetico ai lavori che già decorano parte del suo vissuto, chiedendo di venire risparmiati, per una volta, dall'inclusione nella categoria del degrado. Allo stesso tempo, gli artisti colgono l’opportunità di esprimersi in un contesto più formale del solito, al riparo dagli inconvenienti legati all’operare di notte, di nascosto e di fretta ma, in contemporanea, parzialmente privati dalla coltre di anonimato nella quale generalmente operano. Invitati ad esprimere in uno spazio espositivo 'ufficiale' l’estetica di matrice urbana cui fanno ricorso, dedicano alla città una mostra ‘propria’ nei presupposti, ma idealmente di tutti.