L’Umbria fa squadra e si mobilita con “Safeguarding e sport” per promuovere su scala territoriale una politica a tutela dei minori e di “tolleranza zero” verso qualsiasi forma di violenza e discriminazione nello sport.
L’Umbria fa squadra e si mobilita con “Safeguarding e sport” per promuovere su scala territoriale una politica a tutela dei minori e di “tolleranza zero” verso qualsiasi forma di violenza e discriminazione nello sport.Il caso tremendo della campionessa di scherma minorenne violentata da tre atleti ed altri che hanno colpito e continuano a colpire sportivi di fama internazionale come la pallavolista Paola Egonu, il calciatore Kevin Prince Boateng e, più di recente, il portiere del Milan Mike Maignan, sono infatti solo la punta di un iceberg rispetto agli episodi di violenza che non risparmiano tanti atleti sconosciuti, a qualsiasi livello e in ogni luogo, soprattutto nel calcio.Il programma, organizzato dalla Scuola regionale dello Sport, è stato presentata presso il Centro Coni di San Giustino alla presenza del presidente del Coni regionale Domenico Ignozza, del consigliere regionale e direttrice della Scuola Donatella Porzi, del sociologo Roberto Segatori, dell’avvocato Stefania De Canonico e dei due atleti Davide Marra e Jacopo Biffi, che hanno offerto la propria testimonianza dimostrando grande maturità e senso di responsabilità nei confronti dei colleghi più giovani rispetto a questi temi. “Il programma – afferma Domenico Ignozza – si basa sul protocollo siglato nel 2023 dal Consiglio Nazionale del Coni che, partendo da un’esigenza emersa attraverso alcune denunce, fornisce le linee guida da applicare sui territori per la predisposizione dei modelli organizzativi e di controllo dell’attività sportiva e dei codici di condotta a tutela dei minori e per la prevenzione delle molestie, della violenza di genere e di ogni altra condizione di discriminazione”.L’obiettivo è quello di coinvolgere dirigenti, tecnici, genitori e gli stessi atleti nel contrasto a questo diffuso fenomeno che colpisce tanti giovani atleti per motivi di genere, etnia, fede religiosa, orientamento sessuale o disabilità.“Solo nel calcio – evidenzia Donatella Porzi – a livello nazionale dal 2022 al 2023 si è passati da 77 a 96 segnalazioni di episodi. Con “Safeguarding e sport” porteremo avanti un confronto molto proficuo indirizzato a coinvolgere tutti, comprese le Istituzioni che ci seguono come il Comune di San Giustino, per affrontare la parte più complessa di questo percorso – quella della sensibilizzazione – invitando a raccontare e a denunciare i casi di violenza. Nel contempo sarà necessario mettere in campo tutti gli strumenti di protezione per chi trova il coraggio di farlo, affinchè non diventi vittima della gogna mediatica che ne consegue”.
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