Assisi

Colussi, lavoratori in regione | Attesa per il tavolo di domani in Confindustria

La vertenza Colussi sbarca in Consiglio Regionale, sollevata dal consigliere Giacomo Leonelli (PD) proprio ad un giorno dal nuovo tavolo in Confindustria tra l’azienda e i sindacati. L’incontro si terrà domani pomeriggio alle 14.30: i lavoratori chiedono massima partecipazione, per continuare a puntare i riflettori su una vicenda, come quella dello stabilimento di Petrignano di Assisi, che rischia di vedersi concretizzati per il prossimo Natale 125 esuberi.


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La questione legata alla Colussi non è un tema che sbarca per la prima volta all’attenzione del Consiglio Regionale: già il 18 luglio scorso si parlò della vertenza, anche se all’epoca si parlò di 70 esuberi. Poi dopo l’estate “un bruttissimo risveglio“: così il consigliere Leonelli ha descritto l’annuncio del 10 ottobre, quando per la prima volta si arrivo a parlare dei 125 esuberi. Per questo, prima dell’arrivo del tavolo di domani, gli stessi lavoratori, presenti a Palazzo Cesaroni con una delegazione di circa 10 persone rappresentanti delle Rsu, hanno voluto incontrare le istituzioni e nello specifico l’assessore Paparelli, preoccupato per la crisi del comparto alimentare che coinvolge insieme alla Colussi anche la Perugina. Paparelli si è detto da subito disponibile a venire incontro a chi rischia il posto di lavoro. In particolare se, dopo l’incontro di domani in Confindustria e dopo la scadenza del 25 novembre, scatterà la fase amministrativa.

I sindacati non fanno un passo indietro

Nello stabilimento di Petrignano, lavorano circa 500 persone, molte già impiegate con contratti di solidarietà accettati di buon grado qualche anno fa. Oggi la Colussi, non formalmente in crisi, si dichiarerebbe contraria a proseguire con l’utilizzo degli ammortizzatori sociali, ma più favorevole a proseguire con lo spostamento delle linee produttive verso Fossano, in Piemonte. Ma i lavoratori e i sindacati, nonostante negli scorsi incontri in Confindustria l’azienda abbia proposto modifiche contrattuali e la possibilità di salvare alcuni degli operai e degli impiegati a rischio, si sono detti assolutamente contrari a mollare la presa e a retrocedere sui propri passi.


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L’incontro con le Rsu

Durante l’incontro a porte chiuse con le Rsu, l’assessore Paparelli ha ribadito quanto detto anche in seduta pubblica di Consiglio Regionale. “Nonostante gli investimenti fatti in diversi piani industriali negli ultimi anni, sia sul versante impiantistico, sia quello del marketing, la situazione complessiva del gruppo ha continuato a presentare criticità. In parte a questa crisi, grazie alla disponibilità delle organizzazioni sindacali e dei lavoratori, è stato fatto fronte con l’utilizzo di solidarietà e si è arrivati a circa 155mila ore. Nonostante questo l’azienda ha predisposto un nuovo piano industriale che prevede investimenti complessivi per 80 milioni di euro, di cui 50 sarebbero investiti sul marketing, per il riposizionamento dei marchi Colussi e Misura, e gli altri 30 sarebbero destinati al miglioramento e potenziamento impiantistico e di stoccaggio, nonché alla formazione e riconversione di professionalità all’interno dell’organico di Petrignano. Per altre situazioni, ma soprattutto per la Colussi, i costi dei nuovi investimenti necessari per riposizionare aziende e marchi importanti nel settore agroalimentare della nostra regione non possono essere coperti con i costi della occupazione, su questo la Regione ha già detto e continuerà a dire parole chiare. La Colussi ha attivato la procedura di licenziamento collettivo per i 125 lavoratori, 115 operai e 10 impiegati, ai sensi della legge 223, aprendo una fase estremamente delicata in cui la procedura assegna il termine di 45 giorni per il confronto tra azienda e sindacato. Questo termine scadrà il prossimo 25 novembre. Qualora ciò non portasse alla stipula di un accordo tra sindacati e azienda, ci saranno ulteriori 30 giorni concessi per l’esperimento della cosiddetta fase amministrativa, una fase in cui la Regione è chiamata formalmente a convocare le parti, alla ricerca di una soluzione per tentare di raffreddare il conflitto e trovare una possibile soluzione di accordo”.

“Ricordo – ha continuato Paparelli – che la Regione ha stigmatizzato pubblicamente l’atteggiamento della Colussi, al pari di quello di altre aziende dell’agroalimentare e abbiamo convocato sul tema il 16 ottobre un incontro con le parti datoriali e sociali per affrontare in maniera organica la materia. Questa fase chiede una assunzione di responsabilità collettiva anche da parte delle associazioni datoriali che rappresentano questi settori e a cui abbiamo chiesto il 16 ottobre di essere parte dirigente per dare una mano a una possibile soluzione delle vertenze in atto.  Non abbiamo attivato formalmente alcun tavolo con l’azienda e i sindacati, soprattutto in un momento in cui c’è una trattativa in corso, noi interverremo eventualmente nella parte successiva, anche per la rilevanza nazionale che eventualmente deve assumere una vicenda come questa, avendo a riferimento la strategicità di una presenza nel territorio regionale come quello della Colussi che in Umbria genera occupazione per oltre 600 persone.  Abbiamo ribadito la disponibilità della Regione di mettere a disposizione ogni strumento utile a supportare il rilancio dell’azienda e in difesa dei livelli occupazionali. Qualora l’azienda e i rappresentanti dei lavoratori non abbiano a conseguire alcun accordo entro il prossimo 25 novembre convocheremo formalmente le parti per introdurre quell’elemento di terzietà cui facevo riferimento prima, ribadendo la messa a disposizione di tutti gli strumenti di cui la Regione ovviamente dispone, sia per aiutare lo sviluppo dell’azienda ma soprattutto per difendere i livelli occupazionali della stessa”.

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