Aggiornamento alle ore 9 dell’11 ottobre – “L’avvenuta comunicazione dell’apertura della procedura di licenziamento collettivo per 125 dipendenti della Colussi annunciata dall’azienda, nel corso di un incontro svoltosi questa mattina in Confindustria, suscita profonda preoccupazione”: è quanto affermano la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini e l’assessore regionale allo sviluppo economico, Fabio Paparelli.
“Pensiamo sia utile una valutazione più approfondita, da parte dell’azienda, che consenta, anche a seguito del confronto con le Organizzazioni Sindacali, di rivedere tale decisione”.
“L’annuncio di questi licenziamenti, unitamente alle altre vertenze già in essere alla Perugina, alla Novelli ed in altre aziende del settore alimentare, impongono non solo tavoli di confronto nel merito delle singole vertenze, ma necessitano di una responsabilizzazione condivisa da parte di tutti, dalle istituzioni, organizzazioni sindacali, rappresentanti delle imprese e delle loro associazioni di categoria – proseguono Marini e Paparelli –. Gli esuberi non sono numeri, ma donne ed uomini con le loro famiglie, espressione della coesione sociale delle nostre città e di tutta la regione. Così come i piani industriali non possono scaricare esclusivamente alla mediazione istituzionale e sindacale l’impatto sociale di tali vertenze. C’è invece bisogno che gli stessi imprenditori e le associazioni datoriali assumano una parte attiva e da protagonisti nel mantenimento dell’occupazione e della coesione sociale. Per questo motivo – annunciano, fermi restando tutti i tavoli regionali e nazionali connessi alla gestione delle singole e specifiche vertenze, la Giunta regionale convocherà uno specifico tavolo con tutte le parti sociali, comprese le rappresentanze delle imprese e delle categorie produttive. Il mantenimento dell’occupazione, dei posti di lavoro e la creazione di nuova occupazione, richiede il protagonismo attivo di tutte le parti, a cominciare dalle imprese”.
Avviato il licenziamento collettivo per 125 lavoratori della Colussi di Petrignano di Assisi. La decisione dell’azienda – anticipata nei giorni scorsi parzialmente dalla parlamentare del M5s Tiziana Ciprini – è stata ufficializzata questa mattina nella sede di Confindustria Perugia, dalla dirigenza del Gruppo Colussi. I vertici aziendali hanno infatti dichiarato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo ai sensi della legge 223/91. Ad essere interessati sono 115 operai, 5 impiegati e 5 impiegati della So.Ge.Sti.
Le segreterie nazionali di Fai, Flai e Uila e il coordinamento delle Rsu del gruppo Colussi (stabilimento Petrignano, Tavarnelle e Fossano) ritengono inaccettabile – evidenziano in una nota – quanto dichiarato dall’azienda e si oppongono con forza a tale decisione che infierisce in modo drammatico sul territorio umbro già colpito da altre vertenze. Nei prossimi giorni saranno convocate le assemblee in tutti gli stabilimenti del gruppo nelle quali si decideranno tutte le azioni di contrasto a questa scelta scellerata della Colussi.
Anche la politica si muove per questa nuova complicata vertenza dopo quella della Perugina che sabato ha visto oltre mille persone scendere in piazza a Perugia. In particolare, il consigliere regionale Marco Squarta (Fratelli d’Italia) chiede la convocazione di una seduta straordinaria sui temi del lavoro dell’Assemblea legislativa dell’Umbria, mentre sollecita un’audizione delle parti in Seconda commissione il consigliere del Pd Giacomo Leonelli.
“Mentre i parlamentari, anche umbri, del Partito democratico fanno lo sciopero della fame per lo ‘Ius soli’ i lavoratori umbri rischiano di essere ridotti davvero alla fame da una raffica di licenziamenti” evidenzia Marco Squarta commentando la notizia “dell’avvio delle procedure per il licenziamento collettivo di 125 lavoratori dello stabilimento di Petrignano di Assisi avviate dalla Colussi”. Squarta sottolinea che “115 operai, 5 impiegati e 5 impiegati della So.Ge.Sti. perderanno presto il lavoro, andando ad aggiungersi alle centinaia di esuberi della Perugina, della ex Novelli, dell’Ast di Terni, della Trafomec e di numerose altre aziende del territorio regionale che quasi ogni settimana decidono di ridurre il numero dei propri dipendenti. L’Assemblea legislativa non più può fare finta di non vedere una serie di crisi aziendali che stanno devastando il tessuto economico e sociale dell’Umbria. Centinaia di lavoratori senza credibili prospettive di reinserimento e altrettante famiglie umbre si troveranno presto in serie difficoltà e la politica deve fare tutto ciò che è possibile per evitare la desertificazione economica di questa regione”. “Anche l’Assemblea legislativa regionale dovrà quindi – conclude il consigliere – farsi carico di delineare azioni efficaci di sostegno alla ripresa economica in grado di porre fine all’emorragia di posti di lavoro che sta dissanguando l’Umbria”.
“La procedura di licenziamento collettivo per 125 lavoratori della Colussi di Petrignano, annunciata dal management del gruppo nel corso della riunione di oggi presso la Confindustria di Perugia, desta forte preoccupazione”. Lo dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Giacomo Leonelli. “Dopo l’esubero di personale annunciato nel mese di luglio dall’azienda in occasione della presentazione del piano industriale – prosegue Leonelli – che, con orizzonte triennale, prevedeva tra 50 e 60 esuberi, a fronte di investimenti complessivi per circa 80 milioni di euro, la notizia che oggi quegli esuberi verrebbero ad essere raddoppiati suscita anche perplessità”. “L’assessorato competente, rispondendo ad una mia interrogazione in Aula – conclude Leonelli – ha già assicurato il suo impegno a monitorare la situazione e ad adoperarsi per cercare di limitare al massimo gli esuberi ma, alla luce di questi fatti nuovi, ritengo anche necessario l’invito al confronto delle posizioni di azienda e lavoratori in sede di audizione in Seconda commissione. Il marchio Colussi, inoltre, è fortemente legato a Perugia e l’azienda ha una visibilità nazionale fortemente riconducibile al nostro territorio: si tratta di un’ulteriore ragione per mettere tutto l’impegno necessario per favorire la migliore conclusione possibile della vicenda”.