Potere al Popolo scende in piazza, «un gesto che va condannato in maniera forte – dice il leader perugino Ferroni – C’è un avanzamento delle organizzazioni neofasciste. Lo hanno dimostrato con un’aggressione vigliacca davanti ad una plancia dove hanno aggredito i nostri compagni. Quattro coltellate di cui due ancora più infami alla schiena. Gesto di chiara matrice fascista. Ci dicono che hanno sporto denuncia dicendo di essere stati loro attaccati. Noi chiediamo che queste organizzazioni neofasciste vengano sciolte e non gli venga data l’opportunità di partecipare alle elezioni. Per noi antifascismo è stato sociale e non un gruppo contro l’altro. Vogliamo convocare in Umbria una grande manifestazione antifascista domenica».
A seguito del ferimento di due attivisti del movimento politico “Potere al Popolo” si è svolta, nel pomeriggio di mercoledì una riunione tecnica di coordinamento convocata dal Prefetto, Raffaele Cannizzaro, alla quale hanno preso parte il Questore, nonché i Comandanti Provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza.
Nel corso dell’incontro, dedicato ad una approfondita analisi di quanto avvenuto e delle sue possibili implicazioni, il Prefetto ha sottolineato l’importanza di uno sforzo corale di tutti per l’ordinato e sereno svolgimento del rimanente periodo di campagna elettorale, ed ha riferito al tavolo di aver precedentemente ricevuto, su loro richiesta, la Presidente Regionale dellA.N.P.I. ed il Segretario Organizzativo della CGIL Perugia, i quali hanno manifestato viva preoccupazione per l’episodio accaduto.
A conclusione della Riunione di Coordinamento, è stato disposto un ulteriore rafforzamento dei dispositivi in atto, prevedendo, altresì specifiche, mirate misure, al fine di scongiurare il ripetersi di analoghi accadimenti.
In tanti questo pomeriggio hanno preso parte al presidio di Potere al Popolo dopo i fatti di Ponte Felcino. Mentre per tutta la giornata la Digos di Perugia ha continuato a sentire persone e raccogliere testimonianze. Sarebbero stati sentiti dalla digos i due militanti di Potere al popolo che hanno denunciato di essere stati aggrediti da quattro persone a volto scoperto (e non coperto come si era appreso inizialmente) mentre affiggevano i manifesti.
Nessuna ipotesi di reato sarebbe stata al momento ufficialmente formulata dalla procura del capoluogo umbro che coordina l’indagine ma il colpo di scena è avvenuto nel primo pomeriggio quando CasaPound ha pubblicato un post nel quale sostiene che vittime dell’aggressione sarebbero stati i suoi militanti e non quelli di Potere al popolo.
«Ci hanno accerchiato in quattro. Coi bastoni. C’è stata una colluttazione. Quando sono scappati mi sono accorto che avevo i pantaloni imbrattati di sangue e la giacca squarciata. Mi hanno accoltellato alle gambe e alla schiena. Ho rischiato di essere ucciso» ha detto Mario Pasquino, il 37enne perugino finito in ospedale con il cugino.
Secondo Antonio Ribecco, responsabile regionale umbro di CasaPound, le cose sono però andate diversamente. «Il nostro nucleo di militanti – ha sostenuto – è stato sorpreso mentre era fuori per l’attacchinaggio dei manifesti elettorali. A un certo punto, da una macchina, un gruppo di persone a volto coperto, armato di bastoni, è sceso e ha aggredito i nostri militanti, che erano disarmati e non avevano altri oggetti in mano se non la scopa con cui stavano mettendo i manifesti. Dopo un lancio di bottiglie, c’è stata l’aggressione vera e propria, dalla quale i militanti si sono unicamente difesi».
Le condanne