Torna a farsi sentire più forte di sempre l’annoso problema dei (pochi) presidi sanitari nei Comuni rurali e montani.
Nello specifico a Pietralunga, dove in tutto il Comune insiste un solo ambulatorio di guardia medica (equidistante oltre 25 km sia da Città di Castello che da Umbertide), si continua a puntare il dito soprattutto sull’assenza di un’ambulanza dopo l’ennesima tragedia sfiorata.
Pochi giorni fa, infatti, un cittadino del borgo altotiberino, con un infarto in corso, è stato salvato solo grazie alla professionalità e tempestività del proprio medico di famiglia, aiutato da un giovane dottore di turno al presidio di guardia medica. Per il paziente, arrivato nell’unico “consultorio” del paese, sono stati fondamentali il massaggio cardiaco e l’uso del defibrillatore (lì presente per merito di una donazione del Club Motociclisti di Pietralunga).
L’autoambulanza, chiamata immediatamente dai due dottori, è invece arrivata a Pietralunga solo dopo 40 minuti, trasportando l’uomo, con ulteriori 60 minuti di viaggio, all’ospedale di Perugia, dove questo è stato poi sottoposto ad un’operazione di emergenza e ricoverato in terapia intensiva.
“È una storia a lieto fine, che però avrebbe potuto finire diversamente e quindi, per dovere civico e tutta Pietralunga, è necessario parlarne e provare a fare qualcosa per la collettività perché nessuno è un’isola” scrive Adriana Polidori, concittadina dell’ennesimo malcapitato di turno, nel tentativo di smuovere le coscienze e lanciare un appello a tutti i cittadini di Pietralunga, al sindaco Mirko Ceci e alle autorità competenti.
“Pietralunga – scrive Adriana in una lettera aperta – deve poter contare sulla Guardia medica e su un servizio di ambulanza stabile in paese, che presti immediato soccorso in caso di emergenza, per evitare esiti fatali e perché il tempo per arrivare al pronto soccorso può fare la differenza e non può essere solo questione di fortuna. Il buon senso comune non sa quali logiche burocratiche o amministrative impediscano tale soluzione ma sa che ogni cittadino, di qualunque paese o città d’Italia, ha gli stessi diritti. E il diritto alla salute dovrebbe essere sempre garantito a tutti come sancito dalla Costituzione”.
“I pietralunghesi – continua – non sono cittadini di serie B! Nessuno lo è. Per definirsi umana e civile una società, cari presidenti e governatori, dovrebbe prendersi cura soprattutto delle persone e delle situazioni più fragili e vulnerabili. Perchè c’è un gran ‘bla bla’ sulla necessità di creare una nuova società basata su un’economia al servizio delle persone, tutela dell’ambiente e scelte ecosostenibili e poi ci si dimentica di cittadini delle zone rurali e periferiche, che sono un patrimonio incredibile e il tessuto sociale dell’Italia stessa.
Detto questo Adriana invita tutti i cittadini di Pietralunga a “mobilitarsi, firmando un appello unanime da inviare alle autorità, affinché si possa trovare una soluzione ragionevole, civile ed efficace nel segno di una comunità solidale e democratica, che ha concretamente a cuore la salute di ogni singolo cittadino”. La petizione in questione si potrà firmare, a Pietralunga, in Municipio, in ambulatorio, in farmacia o presso il ‘Bar Asia’ e il negozio di ferramenta di Filippo Pauselli.
Del presidio sanitario di Pietralunga, un mese fa, era tornato a parlarne anche il Consiglio comunale, prendendo atto delle crescenti preoccupazioni (dovute guarda caso alla solita mancanza di fondi e personale) circa la possibilità che il Comune ne venisse privato con la pandemia di Covid-19 ancora in atto. L’Amministrazione comunale di Pietralunga aveva chiarito la propria posizione sottolineando “l’assoluta priorità di tutelare il presidio“, ribadendo la necessità che lo stesso “venga rafforzato e potenziato in mezzi e risorse, per meglio integrarsi con la medicina territoriale e fronteggiare le sfide della pandemia”.
Nella delibera del Consiglio di Pietralunga – approvata all’unanimità il 9 dicembre 2021 – il Comune aveva infatti chiesto alla Regione Umbria, in attuazione del nuovo piano sanitario locale, “di garantire e rafforzare i servizi in essere, in particolare il ruolo dei medici di famiglia e di continuità assistenziale (guardia medica) nel territorio, mantenendo i servizi infermieristici e socio assistenziali e riattivando quelli di specialistica ambulatoriale e di diagnostica a livello di centro di salute”. Oltre ciò era stata chiesta la possibilità di “eseguire l’attività vaccinale per gli adulti e implementare, tramite la farmacia locale, il servizio di prenotazioni”.