Parere negativo di conformità urbanistica e adeguamento alle prescrizioni della Asl come condizione per la ripresa produttiva di Color Glass: sarà questa la posizione del Comune di Città di Castello nella Conferenza dei Servizi del prossimo martedì 26 novembre, che dovrà decidere sul rinnovo dell’autorizzazione alla ditta di Trestina.
Mentre il parere di conformità urbanistica è di natura tecnica e risponde ad una specifica competenza del Comune, il documento in cui si subordina l’attività di Color Glass al rispetto delle principali misure di prevenzione chieste dalla Asl è di natura politica, ed è stato condiviso all’unanimità dalla Commissione ‘Assetto del Territorio’ di Città di Castello.
Come hanno spiegato i dirigenti della Asl Umbria 1 per l’Ambiente di Lavoro Giorgio Miscetti e per la Sanità Pubblica Massimo Gigli, firmatari della relazione ufficiale che verrà presentata nella Conferenza dei Servizi, “a Color Glass, con parametri ambientali in regola e in assenza di scostamenti nei dati epidemiologici, abbiamo prescritto alcune misure di prevenzione, tra cui l’installazione di un postcombustore, il controllo per un anno dei fanghi in entrata e uscita, la bonifica dell’Eternit entro il 2020, l’ottimizzazione del sistema di trattamento degli inquinanti aerei, lo studio per ottenere polveri con granuli più grandi e quindi meno volatili, e un piano di emergenza a tutela dei lavoratori e dell’ambiente esterno e valutazione di impatto acustico entro 2 mesi”.
Federico Calderini, dirigente dell’Urbanistica, ha spiegato il parere negativo di conformità edilizia a partire dal caso mai chiuso della tettoia, sotto cui si trova l’impianto di lavorazione dei fanghi: “A luglio è stata oggetto di un’ordinanza di demolizione, nel frattempo eseguita. Ma contemporaneamente è stata realizzata una copertura provvisoria, che è oggetto di un altro procedimento perché non poteva essere utilizzata come ambiente di lavoro. Quindi al momento il parere sulla compatibilità urbanistica del Comune in Conferenza dei servizi sarà negativo”.
Che la politica in vista della Conferenza dei Servizi avrebbe dovuto svolgere un ruolo, oltre le competenze tecniche, era stato detto fin dall’inizio della riunione dal presidente Luciano Tavernelli, che ha ricordato il lavoro su Color Glass fatto dal Consiglio comunale, e dall’assessore Massimo Massetti, per il quale “trasparenza e rispetto dei diritti sono stati sempre i criteri guida dell’Amministrazione in questa vicenda”. Presente in Commissione anche l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini.
Gasperi (M5S): “Il problema è cosa esce dai comignoli. Chi ci garantisce che anche oggi non ci sia la possibilità della produzione di quella diossina, ipotizzata dall’Università di Perugia”. Bucci (Castello Cambia): “Andremo in Conferenza dei Servizi senza che nessuno dica che l’azienda produce emissioni”. Sassolini (FI): “Spostiamo l’azienda e tutta la zona industriale”. Vincenti (Tiferno Insieme): “Manca il dato sulla qualità dell’aria. Delocalizzare non risolve il problema”. Arcaleni (Castello Cambia): “Le prescrizioni c’erano già ma Color Glass è rimasta inerme. Chi può fermarla? La proposta del tavolo ci interessa perché interessa tutto il territorio e non un’unica azienda”.
Pescari (Pd): “Il punto politico che chiedo è subordinare la continuazione dell’attività all’adeguamento alle prescrizioni. Solo così si ricostruisce un rapporto di fiducia anche con i cittadini”. Lignani Marchesani (Fd’I): “I parametri di Color Glass vanno bene. L’azienda non chiude e non delocalizza per questo. Il danno è stato creato da chi creato aspettative”. Tavernelli (Pd): “Dobbiamo insistere con la delocalizzazione”. Rigucci (Gruppo Misto): “Non tutto dipende solo da un’azienda. La realtà è che la politica ha paura e vuole mandare via l’azienda”. Fabio Gradassi di Europa Verde ed una rappresentante dei cittadini sono intervenuti per chiedere il “monitoraggio quotidiano dei fumi”. Massimo Mariangeli, presidente del Comitato Salute Ambiente Trestina Calzolaro, ha detto “se la politica non risponde ai cittadini, ai cittadini non rimane che rivolgersi alla magistratura”.