“Gentile Sindaco Umberto De Augustinis, Gentile Assessore alla Cultura Ada Urbani…”, inizia così la lettera aperta delle opposizioni presenti in Consiglio Comunale (sul documento le firme dei consiglieri Camilla Laureti, Luigina Renzi, Carla Erbaioli, Stefano Lisci e Marco Trippetti) , sulla ormai nota vicenda del progetto artistico “Collicola on The Wall”, voluto dal precedente direttore del museo Palazzo Collicola, Gianluca Marziani, ed ora messo in discussione per più di un motivo (alcuni di natura tecnica, come le pareti lesionate dal terremoto), dal nuovo direttore, Marco Tonelli, contrario (come espose senza mezzi termini nella conferenza stampa della sua presentazione ufficiale alla città) a mantenere visibili parte delle opere dipinte direttamente su alcune pareti del museo cittadino, a mo di affresco.
Un progetto che riscosse all’epoca della sua presentazione il plauso della comunità artistica e della critica per la novità ed anche per i nomi degli artisti coinvolti.
Difficile dire ora quanto di questo progetto sia concretamente recuperabile e quanto ancora possa avere mantenuto un valore appetibile in divenire, considerato che i consiglieri comunali nella loro lettera aperta trattano anche l’aspetto della “perdita di patrimonio”. Il chè non vuol dire che non sia auspicabile una riflessione.
Vista anche la recente figuraccia internazionale fatta con la perdita dell’opera di Leoncillo, Grande Mutilazione, battuta all’asta da Sotheby’s, per ripianare i debiti della Spoleto Credito e Servizi (CLICCA QUI), sarebbe il caso di fare una analisi meno “sturm und drang”, cercando di mitigare la pennellata iconoclasta alla Tonelli per salvare il salvabile. senza che tutto questo interferisca con il progetto espositivo del nuovo Direttore. Ovvero si faccia una valutazione economica seria su cosa è, e vale, Collicola on The Wall, in modo che la città ne tragga un beneficio, o si decida invece per la definitiva copertura.
Un discussione allargata in tal senso rappresenterebbe anche un nuovo modo di comunicare il passaggio da “gestione” precedente a quella nuova di zecca, senza per questo rompere il giocattolo in modo che nessuno ci possa giocare più. Evitiamo che il vizietto dello spoil system (papale papale, levati tu che mi ci metto io) provochi un Collicola Down from The Wall.
Di roba che crolla ne abbiamo già avuta a sufficienza. E se proprio ha da essere “muoia Sansone con tutti i Filistei…”, allora sempre meglio la distruzione talebana che la pennellata-foglia di fico alla Clemente XIII.
Ecco la lettera aperta dei consiglieri di opposizione:
“Gentile Sindaco Umberto De Augustinis, Gentile Assessore alla Cultura Ada Urbani, come saprete il nuovo Direttore di Palazzo Collicola, Marco Tonelli, sta procedendo alla cancellazione delle opere murali che fanno parte del progetto “Collicola on the Wall”, all’interno del museo. Opere che, per la nostra città, hanno un valore non solo artistico ma anche economico. Il valore stimato si aggira, infatti, intorno ai 500mila euro e il Comune stesso ha pagato molte delle opere degli artisti presenti nel museo. Cancellare le opere vuol dire perdere un patrimonio di cui oggi conosciamo il valore economico che è però incalcolabile a quanto possa ammontare in futuro.
Sten Lex, Danilo Bucchi, Alberto Di Fabio, Moneyless, Alo solo per citarne alcuni. Quest’ultimo, tra l’altro, è nato a Spoleto e ora vive e lavora a Londra.
Eliminare ogni traccia della direzione passata. Sembra questo l’obiettivo alla base di una decisione che a noi pare scellerata. Le opere sono di artisti, nazionali ed internazionali, conosciuti nel mondo ma, cosa ancora più importante, che potrebbero crescere ancora di più di quello che sono ora come spesso succede nel campo dell’arte. Basti pensare ad un altro artista che era solito dipingere le pareti nostrane come Sol Lewitt.
Giustissimo che un nuovo Direttore abbia una sua idea del Museo e la porti avanti, la rispettiamo, ma non crediamo sia necessario ‘cancellare’, con un colpo di pennello, una parte di quello che è stato fatto prima di lui, per ragioni pratiche e di una nuova segnaletica di cui ha bisogno il museo.
Cercate voi, che rappresentate la nostra città, di far cambiare idea al Direttore e di fargli capire che quei muri dipinti sono parte del patrimonio artistico di questa città. Cercate di trovare soluzioni alternative alla cancellazione di opere murali che hanno un valore economico per Spoleto ma anche un valore artistico e un valore affettivo per tanti noi cittadini. In questi anni ci siamo abituati alla parete di Dana di Sten Lex, al Wall Painting di Moneyless, alla Migrazione di Ob Queberry, un altro spoletino, o al Social Cube di Danilo Bucchi e dispiacerebbe poterlo rivedere da ora in poi solo nel, seppur ben fatto, catalogo del progetto “Collicola on the Wall”.
Certi che saprete fare tesoro di queste nostre parole vi ringraziamo per l’attenzione.
Un saluto cordiale,
Camilla Laureti, Luigina Renzi, Stefano Lisci, Marco Trippetti, Carla Erbaioli