Il Tar delle Marche – con sentenza n° 591/2013 – ha accolto il ricorso di Italia Nostra, annullando il provvedimento con cui la regione Marche ed il Consiglio dei Ministri, avevano autorizzato la costruzione di ben 17 torri eoliche sulle montagne del versante marchigiano
dell’altopiano di Colfiorito. Il Tar – si legge in una nota dell'associazione stessa – ha dato ragione ad Italia Nostra, essendo stato immotivatamente disatteso il parere tecnico negativo alla realizzazione delle 17 torri eoliche, espresso dal Ministero per i Beni e le attività culturali. Il no ministeriale, era stato espresso in quanto, secondo il dicastero, le 17 torri 'erano in contrasto sia con i valori naturali e paesaggistici dell’altopiano di Colfiorito, sia con i valori storici e culturali'. Un paesaggio d’eccellenza, dunque, da tutelare integralmente – fa notare Italia Nostra – espressione non solo di valori naturali e paesaggistici, con la presenza della Palude di Colfiorito tutelata persino a livello internazionale, con la Convenzione di Ramsar sulle zone umide di importanza internazionale. Soprattutto – viene sottolineato – come habitat degli uccelli acquatici di transito e nidificanti, ma area di valori storici, con architetture religiose come i santuari terapeutici di frontiera; gli insediamenti protostorici come i castellieri; le vie della transumanza e di collegamento, come la Via della Spina, l’antica città di Plestia e i castelli medievali. Come poi dimenticare che l’altopiano – aggiunge Gianfranco Angeli, presidente della sezione umbra di Italia Nostra – fu anche teatro della battaglia tra Romani e Cartaginesi, dopo quella del Lago Trasimeno. Resta comunque il rammarico per il lungo ‘serpentone di asfalto e cemento’ della nuova 'Val di Chienti' che si è impossessato di quelle valli che – attacca – avrebbero dovuto trovare la massima tutela e valorizzazione da parte della politica'. Italia Nostra segnala inoltre che il progetto di cattura del valore con le 'aree Leader' una delle principali risorse economiche per la realizzazione del sistema infrastrutturale della Quadrilatero, potrebbe essere saltato, ipotizzando così intervento del Cipe.