La decisione è stata presa dal colosso cementiero perché ad oggi in Umbria non si può utilizzare il Css, parte della produzione sarà dunque trasferita fuori regione per evitare di violare le norme europee sulle emissioni di Co2
Da ieri (18 agosto) il colosso cementiero Colacem ha spento i forni dell’impianto di Ghigiano (Gubbio) per la prima volta in oltre 50 anni di attività. E così resteranno per almeno 4 mesi, fino a dicembre.
Una decisione praticamente obbligata, data l’attuale impossibilità di utilizzare Css – la Regione Umbria pretende infatti dal cementificio una Valutazione d’Impatto Ambientale (Via) prima di procedere – e quindi di diminuire le emissioni di Co2 come impone la normativa europea.
Colacem, dunque, – per evitare di affrontare costi onerosi o peggio incorrere in pesanti sanzioni causa l’uso di combustibile fossile o il superamento dei limiti concessi di anidride carbonica – utilizzerà il Css nel processo produttivo solo negli impianti dell’azienda fuori dall’Umbria.
Il dibattito sul Css, a questo punto, sembra voler riesplodere in tutta la sua potenza, anche perché ora si temono contraccolpi seri pure sul tessuto economico-occupazionale eugubino.