Una brillante operazione della Polizia penitenziaria all’interno del carcere di Orvieto ha permesso il rinvenimento ed il successivo sequestro di droga. In particolare ad essere scoperte e sequestrate sono state cocaina e ketamina.
A raccontare l’ultimo episodio è Fabrizio Bonino, segretario nazionale per l’Umbria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe). “Durante la perquisizione ordinaria all’interno di una cella, in seguito ad una felice intuizione del personale operante, – spiega – sono stati rinvenuti della cocaina e della ketamina occultati in un nascondiglio ricavato nella struttura di una finestra. La sostanza veniva pertanto sequestrata e conseguentemente comunicata notizia di reato alla Procura della Repubblica di Terni”.
Bonino evidenzia che “continua inesorabile la lotta dei poliziotti penitenziari di Orvieto alla detenzione ed allo spaccio di sostanze stupefacenti: personale che, sebbene decimato nell’organico da scellerate scelte poste in essere dall’amministrazione Penitenziaria Regionale e Nazionale, non hanno perso lo spirito di abnegazione ed il senso di appartenenza ad un n Corpo di Polizia dello Stato, continuando ad ottenere brillanti risultati. Infatti, di recente, sono diversi i ritrovamenti di droga e le conseguenti indagini volte ad individuare i responsabili dell’introduzione di esse all’interno dell’istituto. Un plauso del sottoscritto e del SAPPE ai colleghi che hanno operato oggi ad Orvieto, interrompendo questo spaccio e per i quali si auspica un riconoscimento formale da parte dell’amministrazione Penitenziaria”.
Donato Capece, segretario generale del SAPPE, esprime apprezzamento al personale di Polizia Penitenziaria di Orvieto e rileva che nelle carceri italiane “il 30% circa dei detenuti è tossicodipendente ed anche più del 20% degli stranieri ha problemi di droga” e che ”nonostante l’Italia sia un Paese il cui ordinamento è caratterizzato da una legislazione all’avanguardia per quanto riguarda la possibilità che i tossicodipendenti possano scontare la pena all’esterno, i drogati detenuti in carcere sono tantissimi’‘. ”Ogni giorno, la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex – una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. Noi – conclude il leader del SAPPE – riteniamo sia preferibile che i detenuti tossicodipendenti, spesso condannati per spaccio di lieve entità, scontino la pena fuori dal carcere, nelle comunità di recupero, per attuare ogni sforzo concreto necessario ad aiutarli ad uscire definitivamente dal tragico tunnel della droga e, quindi, a non tornare a delinquere. Spesso, i detenuti tossicodipendenti sono persone che commetto reati in relazione allo stato di malattia e quindi hanno bisogno di cure piuttosto che di reclusione”.