I dati di Unioncamere parlano chiaro: da qui a 10 anni alcuni dei vecchi lavori artigianali scompariranno. Per evitare questo ed insegnare una professione ai giovani disoccupati che Cna Pensionati Umbria ha ideato un “Albo regionale dei mestieri”. Già circa 50 artigiani residenti nella regione hanno aderito all'iniziativa. Di questa novità – e di come sarà utilizzato l'albo – se ne parlerà nel corso di un convegno, dal tema “Saper fare ad arte, come trasferire il modello artigiano alle nuove generazioni”, in programma domani, mercoledì 7 dicembre, alle ore 16,30, presso la Camera di Commercio di Perugia. Prenderanno parte all'evento: Giorgio Mencaroni, presidente della Camera di Commercio di Perugia; Carla Casciari, vice presidente delle giunta della Regione Umbria ed assessore all'istruzione e al sistema formativo integrato; Paolo Arcelli, direttore Cna Umbria; Giancarlo Fucili, presidente Cna Pensionati Umbria; Romano Benini, docente ed esperto delle politiche del lavoro; Roberto Volpi, dirigente scolastico del liceo artistico di Perugia.
“Noi pensiamo che questi artigiani pensionati – afferma Giancarlo Fucili – possano ancora mettere a disposizione dei giovani il loro sapere. Siamo in una fase economica dove si parla sempre di crisi occupazionale imparare un nuovo mestiere è importante visto che, lo riportano anche i recenti dati emanati da Unioncamere, da qui a 10 anni scompariranno lavori come l'idraulico e il falegname. Per cercare di aiutare queste persone abbiamo pensato di predisporre un albo regionale dei mestieri e con Ecipa stiamo lavorando sulla formazione del progetto. In questo contesto è importante che anche le istituzioni facciamo la loro parte, così come la scuola. Soprattutto in un momento come questo – termina Fucili – dove anche l'Unione Europea ha previsto, per il 2012, dei fondi dedicati a progetti legati all'artigianato attivo”.
Il presidente della Cna Pensionati Umbria interviene anche sulla manovra e il taglio del 5 per cento del reddito per un pensionato con mille euro. “Eravamo pronti e preparati a fare dei sacrifici – commenta Fucili – per contribuire a far uscire il paese dalla grave crisi in cui si trova, ma c'è un limite a tutto. La manovra predisposta dal Governo Monti è assai deludente sia perché non contiene rilevanti misure per rilanciare l'economia sia perché propone pochi elementi di originalità rispetto a quanto eravamo abituati con i precedenti governi. Quando ad un pensionato che prender 1.070 euro mensili netti si chiede, tra Imu prima casa, mancata rivalutazione all'indice Istat, maggiore addizionale Irpef, quasi il 5 per cento del proprio reddito, senza considerare gli effetti dell'aumento dell'Iva, mentre invece agli evasori con i capitali scusati si chiede solo l'1,5 per cento e coloro che si sono arricchiti non pagano le tasse e la fanno ancora franca, allora l'equità diventa una parola evanescente. Voglio sperare che la discussione parlamentare – conclude Fucili – porti a correggere alcuni contenuti inaccettabili del decreto”.