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Claudio Pace (LB) critica il modello organizzativo del comune di Terni

di Claudio Pace

Venerdì scorso 25 novembre sul sito del comune di Terni è uscito un comunicato stampa, riportato poi dalla stampa locale, che annuncia l’uscita on line degli ‘atti’, dei documenti inerenti l’attuazione del nuovo modello organizzativo del comune di Terni. On line significa semplicemente che vi è un link che li elenca tutti, documenti rigorosamente scritti in comunichese ma che, e ne apprezzo lo sforzo, contengono anche qualche grafico organizzativo come lo schema organizzativo della Direzione generale, che si trova nell’ultima pagina della DETERMINAZIONE DEL DIRIGENTE Numero 3364 del 22/11/2010 e che ha per OGGETTO l’Organizzazione interna della Direzione generale e macrobiettivi 2011. Osservando le linee scomposite del suddetto grafico, che vanno dal direttore generale alle varie caselle che contengono nomi altisonanti quali “Supporto delle attività di controllo”, “Progetti strategici”, etc etc, con linee che non hanno né una direzione né un verso, mi sovviene alla mente un articolo che tanti anni fa lessi in una nota rivista economica, che parlava di uno dei tanti uffici che esistevano nell’unione sovietica di allora, che nessuno sapeva esattamente cosa facesse, ma che riuscì a sopravvivere per tanti anni fino a che un ispettore zelante lo mise alla luce facendolo chiudere e che veniva additato come simbolo del perché l’Unione Sovietica andava verso un irreversibile declino economico, cosa che poi si è puntualmente verificata. Ma cosa sono poi questi macro obiettivi, di cui si parla nel documento? Boh? Leggo e rileggo, essendo del mestiere, so bene cosa siano gli obiettivi, che per definizione devono avere una scadenza temporale, devono essere misurabili, devono avere quella chiarezza a prova di stupido e soprattutto non devono essere mai confusi con le azioni di ordinaria amministrazione, le cose da fare insomma. Eppure leggo sotto la dicitura macroobiettivi “DG001, coordinamento attività DG002 coordinamento progetti integrati tra direzioni di settore, ….” ma non sono le cose che si devono fare normalmente? E cosi mentre nel secondo comune della nostra provincia, Orvieto, gli assessori si sospendono il loro stipendio per causa della crisi, tanto da finire all’attenzione dei media nazionali, noi a Terni invece creiamo questo elefante, con un segretario generale e un direttore generale che costa tre volte più del sindaco e con un'interattività con la gente pari a zero. Non c’è nemmeno una casella su tutto il sito del comune dove posso pubblicamente esporre un mio commento, e nemmeno posso farlo su Facebook, nell’account ufficiale del comune di Terni, infatti la bacheca è chiusa, cioè non aperta ai commenti delle persone, che se vogliono criticare possono farlo nei loro gruppi in cui al massimo partecipa qualche consigliere dissidente o presunto tale dell’attuale maggioranza, se partecipa. Se qualcuno volesse farsi un'idea dell’elefanticità di quello che non esito a chiamare il carrozzone comunale, deve andare a pagina 11 dell’ALLEGATO “A” (deliberazione di G.C. n. 391/2010) dove si vedono per storto, perchè per dritto non c’entrano, ben 18 direttori, più direttore e segretario generale ed avvocatura che stanno alle dirette dipendenze del sindaco. Ma che efficienza amministrativa può avere una struttura con questo alto numero di dirigenti, direttori, segretari e avvocati? Ma Terni, che ha meno abitanti di un quartiere di Roma, può permettersi tanto lusso? Ah già dimenticavo, adesso, dopo la disastrosa politica di svendita degli immobili, è in arrivo l’aumento dell’irpef comunale, con quella operazione che ricordo benissimo. Il sindaco, da me vivacemente ma educatamente contestato, ci caldeggiava in consiglio di circoscrizione. Con il semplice ritocco dell’irpef comunale, allora impedito dal governo Berlusconi, si sarebbe risolto tutto, ci disse in sede di presentazione del bilancio comunale. E infatti adesso che si può, arriverà questo ritocchino, ad alleggerire ulteriormente le nostre buste paghe, ma che si risolva davvero tutto ne dubito fortemente. La soluzione potrebbe arrivare da drastiche misure draconiane o montiane che dir si voglia, che finalmente mettessero le mani su questo modo di gestire le amministrazioni locali, o senza aspettare che vengano dall’alto da un deciso cambiamento di questa gestione, che se queste sono le premesse, le attività definite come macro obiettivi, l’eccessivo numero di dirigenti, non potrà che aumentare l’insoddisfazione dei cittadini. Perché non sfoltirli subito? A partire dalla carica stessa di direttore generale, non c’è un assessore che ha le deleghe per fare le cose che dovrebbe fare lo stesso? Senza il direttore generale in cinque anni avremmo raggiunto il bilancio di un anno di due circoscrizioni, soldi che andrebbero per le scuole, per il decoro urbano, per riparare le buche delle strade e invece …