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Clamoroso, Emanuele Fiorini lascia la Lega | Sbanda il Carroccio umbro

Venti di crisi nel Carroccio umbro. Il consigliere regionale della Lega, Emanuele Fiorini, nonchè consigliere comunale a Terni, annuncia il proprio abbandono delle file della Lega e il suo passaggio la prossima settimana, nei banchi del Gruppo Misto.

La notizia è in sè clamorosa per due ordini di motivi. Il primo, di natura squisitamente strategica, riguarda proprio la figura di Fiorini, recordman di voti nella conca ternana, da sempre suo bacino elettorale di riferimento. Non è un mistero infatti che la spinta di Fiorini sia stata determinante nella conquista dei seggi  al Consiglio regionale, ma sopratutto per la recente affermazione del sindaco Latini a Terni.

Oggi invece il partito è sotto stretta osservazione e a Terni l’aria che tira non è proprio bella, sopratutto dopo la spaccatura per via del nuovo Palazzetto dello sport.

“Lascio la Lega  – scrive, in un suo comunicato Fiorini – mi sembra che oggi non esistano più le condizioni per andare avanti. I miei elettori mi chiedono solo di continuare a lavorare sulle priorità di Terni, della Conca e del territorio regionale, come ho sempre fatto: la disoccupazione, l’abbandono della città e dell’Umbria da parte dei giovani, il lavoro dei tanti operai delle aziende in crisi, la sicurezza personale, delle abitazioni e degli spazi pubblici, le lunghe liste di attesa delle strutture sanitarie pubbliche, la gestione dei migranti, le condizioni in cui operano le forze dell’ordine e i troppi problemi irrisolti degli anziani e dei poveri.

A livello regionale ho ottenuto la modifica della legge sulle case popolari, che adesso tiene in considerazione anche il coniuge separato”.

Il secondo motivo di natura politica, è che forse queste di Fiorini  potrebbero non essere le uniche “dimissioni”, dal partito della Lega.

In ogni caso non resta che attendere lunedì prossimo, 12 marzo, giornata in cui Fiorini ha convocato una sua conferenza stampa dove si potranno valutare meglio le motivazioni che hanno indotto il consigliere regionale a cambiare di scranno sia a Palazzo Donini che a Palazzo Spada.