Questa mattina gli investigatori della Squadra Mobile di Terni hanno arrestato due persone: G.R., 55enne di Narni, e A.P. 53enne ternano, entrambi residenti a Terni.
Le accuse sono estremamente gravi: estorsione aggravata, evasione fiscale, ma soprattutto istigazione al suicidio del commercialista ternano Gianluca Boninsegni, che si è tolto la vita lo scorso 28 luglio gettandosi dal ponte sulla statale Tiberina, a Narni.
L’uomo aveva cercato di uccidersi già a fine marzo. All’origine di quel gesto le vessazioni subite da G.R. e A.P., che lo avevano obbligato a redigere false contabilità per numerose società a loro riconducibili o che con le stesse intrattenevano rapporti d’affari.
Per indurlo ad acconsentire alle loro richieste, i due avevano ripetutamente minacciato Boninsegni di interrompere i rapporti professionali con il suo studio e di far revocare gli incarichi già affidati al commercialista da altri clienti, che loro stessi gli avevano procacciato. Un danno enorme per il professionista, considerato che il giro di affari in pericolo rappresentava circa il 40% dell’intero fatturato dello studio commercialistico.
In particolare, dalle indagini è emerso che i due arrestati avevano costretto Boninsegni a effettuare registrazioni ed emettere numerosissime fatture false per svariate società a loro riconducibili anche ai danni di altre ditte clienti del commercialista, ma inconsapevoli dell’illegale utilizzazione della loro contabilità.
Tra le varie operazioni finalizzate all’evasione dell’I.V.A. l’emissione di fatture per operazioni inesistenti e l’emissione di fatture “clone”, cioè con uguale numerazione di quelle “reali”, ma intestate a società diverse da quelle effettivamente destinatarie dei beni e servizi resi.
Numerose, naturalmente, le fatture con importi gonfiati per aumentare gli elementi passivi nel bilancio.
Dopo il tentativo di suicidio del 28 marzo, G.R. e A.P. intuiscono la probabile apertura di una indagine e cercano di correre ai ripari e in giugno costringono Boninsegni a sottoscrivere alcune deleghe retrodatate (risalenti addirittura al 2009) per la gestione dei conti correnti di alcune società, nel tentativo di legittimare tutte le operazioni finanziarie effettuate sino ad allora (e grazie alle quali avevano ricavato notevoli introiti), che altrimenti avrebbero potuto essere annullate.
L’uomo, esasperato da tale situazione, non regge più alla tensione che aumenta di giorno in giorno e il 28 luglio decide di farla finita.
Le indagini della Squadra Mobile, coordinate dal P.M. Elisabetta Massini, hanno fatto luce sul clima di terrore in cui i due arrestati di questa mattina avevano costretto a vivere e lavorare Gianluca Boninsegni.
Il G.I.P. di Terni Dr. Maurizio Santoloci, riconoscendo l’estrema gravità della condotta posta in essere dai due e l’esigenza di evitare che le prove di quei comportamenti potessero essere alterate o fatte sparire, sulla base della segnalazione del pubblico ministero, ha subito emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per entrambi gli imprenditori coinvolti.
Al momento gli agenti della Squadra Mobile ternana sono ancora impegnati con perquisizioni che interessano ben dodici tra società, imprese e studi professionali.