Non si sente un “civico camuffato“, il professor Luca Ferrucci, al quale saranno fischiate più volte le orecchie lunedì sera, mentre al Park Hotel di Ponte San Giovanni si susseguivano gli interventi del nuovo gruppo dirigente del Pd chiamato dal commissario Walter Verini. Di certo, non si sente “membro della direzione regionale del Pd“, come indicato dal sindaco di Gualdo Tadino, Massimiliano Presciutti, perché quell’organismo “è decaduto in seguito ai noti fatti politico-giudiziari. Quindi – chiarisce il professore – io non posso far parte di un organo di partito che non esiste più“.
Ma Ferrucci spiega ancora meglio il suo ruolo in quel Partito democratico che ora non c’è più: “Ci tengo a precisare, inoltre, che io ero stato chiamato a far parte di questo organismo politico come tecnico (e non eletto sulla base di candidature), a cui ho partecipato per soli sei mesi, un periodo estremamente limitato della mia vita (circa l’1% dalla mia maggiore età ad oggi). Mi permetto di chiedere al sindaco Presciutti qual è la soglia percentuale oltre la quale finisce il civismo ‘vero’ ed inizia invece la politica di professione“.
E ancora, il professor Ferrucci spiega il senso dell’iniziativa che lo vede impegnato insieme ad Andrea Fora: “Nei decenni passati, questi apporti di idee da parte di esponenti della società civile a favore dei partiti politici erano visti e interpretati, dai dirigenti politici, quale occasione di confronto e di contaminazione culturale. Oggi evidentemente non è così. Si ritiene che la società civile debba stare fuori dai circuiti della politica di professione. Ebbene, tutto questo affannarsi a gettare discredito su persone che, nel corso della propria vita, hanno svolto attività diverse dalla politica come professione, mantenendosi con redditi diversi da quelli derivanti dalle nomine politiche, mi conforta ancora di più sull’utilità del percorso che stiamo facendo per far lievitare un movimento civico regionale“.
Se quello di Presciutti è stato l’attacco più diretto al “Cantiere Civico” (e in prima persona a Luca Ferrucci) nel nuovo gruppo dirigente del partito anche altri hanno manifestato una certa insofferenza verso i nascenti movimenti civici (oltre all’iniziativa di Ferrucci e Fora c’è quella della federazione dell’Umbria dei territori) da cui si sentono scavalcati. Sintomatico l’intervento del presidente Anci Umbria De Rebotti (“questi profeti mi fanno incazzare“, ha tuonato) che propone di rivoltare lo schema: il Pd stili il suo Manifesto dei valori e le varie componenti civiche e sociali decidano se aderire.