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Città della Pieve, presentata Fondazione della Residenza protetta “Creusa Brizi Bittoni”

«La Residenza protetta “Creusa Brizi Bittoni” si è solidificata con il passaggio da ente morale a fondazione, segno di maggiore attenzione verso gli anziani ospitati con la concreta possibilità di ampliare ulteriormente, attraverso il suo nuovo Statuto, i servizi a loro offerti. Questo è un segno molto bello ed anche questa struttura va considerata un’opera segno, segno di carità e di speranza della nostra Chiesa».

A evidenziarlo è stato il cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti intervenendo a Città della Pieve, nel pomeriggio del 4 dicembre, alla presentazione ufficiale dello Statuto della “Fondazione Creusa Brizi Bittoni”, la Residenza protetta che mosse i primi passi 95 anni fa, come “Ricovero per Vecchi”, nella città dove nacque Pietro Vannucci, detto il Perugino. Oggi la “Creusa Brizi Bittoni” è una delle strutture-fiore all’occhiello per l’assistenza ad anziani dell’Archidiocesi di Perugia-Città della Pieve, una comunità diocesana, come ha sottolineato il suo Pastore, «molto attenta alla cura degli anziani con diverse strutture di accoglienza-assistenza». Basti pensare alla Residenza “Fontenuovo” di Perugia, sorta all’epoca del cardinale Gioacchino Pecci (Leone XIII) e ad altre che complessivamente accolgono oggi più di 200 anziani.

Non sappiano quando finirà la “notte” di queste strutture, ma l’“alba” viene

Il presule, collegandosi con quanto detto da coloro che l’avevano preceduto negli interventi – il presidente della Fondazione “Creusa Brizi Bittoni” Vincenzo Cappannini, il sindaco di Città della Pieve Fausto Scricciolo e l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini -, ha chiesto «una partecipazione sempre più intensa di quanti operano in questa struttura e dell’intera comunità locale, perché è una realtà della vostra città e non è più un “ricovero per vecchi”. Certamente è una realtà con le sue fragilità, come è stato già evidenziato, ma è la nostra stessa vita ad avere delle fragilità. La vita è una parabola completa con i due momenti di maggiore fragilità: la nascita, i bambini, e il declino, gli anziani. Questi sono i momenti in cui c’è bisogno di maggiore assistenza e delicatezza. Ci troviamo di fronte a delle fragilità umane nei confronti delle quali ci vuole una grande apertura e un grande amore; direbbe papa Francesco: “tutta la tenerezza di cui noi siamo capaci”. Anche questo significa aver consolidato, con il passaggio a fondazione, la “Creusa Brizi Bittoni”. E il mio auguro è quello che ci sia sinergia da parte di tutti nella cura degli anziani, perché saremo sempre più una società della terz’età dove le nascite sono sempre meno». Le difficoltà e le criticità non mancano per la gestione di queste strutture e ne è consapevole anche il cardinale Bassetti, che ha terminato il suo intervento con una grande speranza: «Non sappiamo quando finirà la “notte” di queste strutture, ma la loro “alba” viene»; una speranza supportata anche da quanto detto dall’assessore regionale alla Sanità.

La Fondazione in linea con la normativa regionale

L’assessore Barberini, in sintesi, ha parlato della Fondazione come di «una scelta molto intelligente, valida, utile, che non significa aver delegato a un privato il servizio socio-assistenziale della Residenza protetta, perché la Fondazione è un patrimonio di tutta la comunità che utilizza per garantire la massima qualità delle sue prestazioni. Attraverso la Fondazione la comunità non lascia nella difficoltà il singolo cittadino, la singola famiglia, ma costruisce una sorta di protezione ai cittadini, agli anziani e a coloro che si trova in una situazione di particolare fragilità e difficoltà. Tutti insieme, Regione, Comune, Chiesa, privato sociale dobbiamo valorizzare al meglio questo tipo di strumento che è la Fondazione e lo dobbiamo fare tenendo presente il particolare momento storico che stiamo vivendo a livello nazionale e regionale: il costante l’innalzamento dell’età media di vita». La scelta della Fondazione, ha sottolineato l’assessore, «dà anche la possibilità di raccogliere risorse e di innalzare il livello qualitativo delle prestazioni. Soprattutto rappresenta  l’avvio di un percorso di trasformazione della “Creusa Brizi Bittoni” in linea con la normativa regionale che lascia libertà di scelta di adottare il modello giuridico che più si adatta alla singola attività e comunità in materia di assistenza socio-sanitaria per anziani. Si tratta di una normativa che riguarda tutte le cinquanta strutture presenti in Umbria che erogano questo tipo di servizio».

Difficoltà-criticità delle Residenze protette anche per il blocco delle rette

La Regione Umbria, ha ricordato l’assessore Barberini, «cercherà di introdurre ulteriori elementi per l’accreditamento regionale, per cercare di provare a garantire il livello qualitativo portato avanti in questi anni». Nel contempo è consapevole che la Regione non può chiedere ulteriore qualità di servizi aggiuntivi quando «ci sono le rette bloccate da dieci anni per le Residenze protette, per le strutture per la disabilità e per quelle di assistenza ai minori, nella consapevolezza – ha detto il rappresentante della Giunta regionale – che sono aumentati i costi di approvvigionamento, per i servizi e per il personale». Anche da questa situazione di stallo si origina la forte difficoltà-criticità del momento attraversata da queste strutture, alle quali le Istituzioni non possono non dare delle concrete risposte.

Avvio nuovo Psr il 6 dicembre, sostenere l’anziano anche casa e più sinergia tra pubblico e privato

Lo stesso Barberini ha annunciato che il prossimo «6 dicembre sarà avviato il percorso per il nuovo Piano sanitario regionale e uno dei temi che tratterà sarà la risposta da dare alle categorie più deboli e più fragili, come gli anziani che rappresentano un quarto della popolazione umbra».

«Non penso che dobbiamo creare tantissime Residenze protette – ha commentato l’assessore avviandosi alla conclusione –. La sfida che porgo anche alla “Creusa Brizi Bittoni” è, da un lato, provare ad aumentare le rette e la residenzialità attraverso il numero dei posti, ma, nel contempo, favorire quelle attività dove non ci sarà solo la residenzialità ma tutta una serie di attività da costruire insieme (pubblico e privato) per provare a sostenere l’anziano a domicilio. La “missione è compiuta” per la “Creusa Brizi Bittoni”, ma ci sono tante altre da fare puntando su una dimensione comunitaria che veda insieme Regione, Comune, Chiesa e privato sociale».

“Creusa Brizi Bittoni” da ente morale a fondazione: “missione compiuta”

Non è stato un caso che il presidente della Fondazione “Creusa Brizi Bittoni”, dott. Vincenzo Cappannini, abbia intitolato la sua relazione: “Missione compiuta”. Infatti il passaggio da ente morale a fondazione è stato possibile, come ha evidenziato il presidente, grazie al raggiungimento di tre obiettivi: «mettere la Residenza protetta al passo con le prescrizioni normative via via emanate e quindi assicurare la prosecuzione del servizio di accoglienza nei confronti degli anziani; giungere ad ottenere l’accreditamento da parte della Regione Umbria; portare a compimento l’iter di trasformazione in Fondazione di diritto privato. Nella stesura del nuovo Statuto, posto a base della trasformazione che è stata autorizzata dalla Giunta Regionale dell’Umbria il 20 novembre scorso, è stato coniugato – come era doveroso oltre che raccomandato – vecchio e nuovo: il rispetto di tutte quelle previsioni dello Statuto originario posto a base del Decreto del Presidente della Repubblica che nell’anno 1969 lo eresse quale Ente Morale e il necessario adeguamento previsionale sia al mutato contesto sociale ed economico sia alle vigenti normative, anche tributarie».

Il presidente Cappannini, richiamandosi alla «natura giuridica di Fondazione di diritto Privato» ha voluto «sgomberare il campo da possibili equivoci o fraintendimenti: con la scelta fatta non si è inteso creare una realtà avente in un qualche modo finalità di lucro. Nessuno, dagli amministratori a chiunque altro,  può trarre personale vantaggio dal nuovo contesto in cui si opererà. Tutto, patrimonio ed attività con le relative preliminari scelte operative, rimane fermamente ricondotto a scelte comunque facenti capo ad un contesto socio assistenziale che ha come unico scopo l’utilità sociale, tant’è che – non  appena perfezionati gli ultimi adempimenti procedurali – sarà avanzata specifica istanza per ottenere il riconoscimento di ONLUS».

Gli elementi radicalmente nuovi della Fondazione

Rispetto al vecchio ente morale, la Fondazione, come ha sottolineato il suo presidente, ha degli «elementi radicalmente nuovi» e «relativi alla possibilità specificata nell’art. 3) laddove si è prevista la possibilità di adesione alla Fondazione da parte di altri soggetti – pubblici o privati – che ne condividano le finalità e quindi contribuiscano al suo sviluppo ed all’ art. 6) relativo agli organi, laddove ne sono stati previsti due che prima non c’erano: il revisore dei conti e la consulta composta da cinque persone (due nominate dal Consiglio Comunale, una dagli ospiti e dai familiari degli ospiti della nostra Residenza Protetta, una dalla parrocchia di Città della Pieve ed una dall’assessore alle politiche sociali di Città della Pieve fra i nominativi segnalati dalle associazioni di volontariato presenti nel territorio comunale), si è inteso prevederne la costituzione per avere un costante e radicato flusso comunicativo con la realtà locale».

Lo Statuto della Fondazione dà la possibilità alla Fondazione, come ha spiegato il presidente Cappannini, di «espandere il suo campo di attività ben oltre la sola struttura di accoglienza», in «servizi sociali socio sanitari di natura residenziale e semiresidenziale; prestazioni assistenziali in strutture polivalenti; assistenza domiciliare e domiciliare integrata; assistenza socio sanitaria in regime di diurno integrato; terapia fisica e riabilitazione ad utenti anziani».

Dati e piano di miglioramento-ampliamento della Residenza protetta

Il presidente ha fornito dei dati significativi nel rilevare che «attualmente la nostra struttura è classificata come Residenza Protetta ed accoglie 53 anziani non autosufficienti. Il servizio a loro rivolto, così come da noi strutturato, attualmente richiede il lavoro di 48 persone. Negli ultimi dieci anni si è dato vita ad un piano di miglioramento che ha comportato oltre 800 mila euro di costi complessivi». Inoltre, nel progetto di ampliamento della struttura «verrebbero attivati 23 nuovi posti letto, con conseguente incremento di almeno 15 posti lavoro. Per fare ciò al momento abbiamo ottenuto dalla amministrazione comunale di Città della Pieve la adozione di una idonea previsione nel Piano Regolatore sia per quanto attiene all’area che sarà interessata dalla auspicata realizzazione della nuova ala, sia per quanto attiene ad una porzione con destinazione residenziale che dovrà rappresentare il primo zoccolo per il reperimento delle risorse economiche necessarie alla realizzazione dell’ampliamento».

Per la realizzazione delle diverse opere di miglioramento, ha precisato il dott. Cappannini, «sono risultati di particolare importanza i contributi assegnati dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia; analogamente importante è stata la disponibilità  da parte della cooperativa POLIS  sia nel condividere alcune scelte operative e gestionali sia nell’accordarci favorevoli modalità  di pagamento dei propri servizi contrattualizzati. La stessa cooperativa ha manifestato la disponibilità a collaborare quale partner per le future iniziative. Da  sottolineare anche il supporto assicurato da banca BCCUMBRIA  con la erogazione di un contributo annuale».

Presenti anche all’estero in ambito scientifico preparandosi a celebrare il primo secolo di vita

La “Creusa Brizi Bittoni”, che è stata definita dal cardinale Bassetti «realtà fiore all’occhiello e ricchezza di questo territorio», è riuscita «a portare il nome di Città della Pieve al di fuori dell’Umbria», come ha evidenziato il presidente Cappannini nel tracciare un “bilancio esterno” della Residenza protetta: «Negli ultimi anni abbiamo presentato i risultati della nostra attività in 14 congressi scientifici  e corsi formativi (3 dei quali all’estero), collaborato in 6 progetti assistenziali a carattere scientifico e divulgativo a livello nazionale ed in 3 a livello internazionale, collaborato a 12 pubblicazioni in riviste scientifiche nazionali ed internazionali».

Anche per queste rilevanti “attività esterne”, la “Creusa Brizi Bittoni” si preparerà adeguatamente a celebrare, tra cinque anni, il suo primo secolo di vita offrendo ai suoi ospiti un sistema di cura sempre più impostato su solide basi scientifiche e all’avanguardia, con la consapevolezza che lo stesso sistema, come ha sottolineato il dott. Cappannini, «non possa prescindere dal valore della vicinanza e del calore che solo una presenza rispettosa ed affettuosa è in grado di dare».