Città di Castello

A Città di Castello apre lo sportello “Anti-stalking”

Crescono le segnalazioni per “stalking” tutte al femminile: sono 88 i casi (vittime solo donne), di cui 6 riferiti al territorio tifernate nel corso dei primi otto mesi mesi del 2017. Ben 162, inoltre, i casi che si riferiscono al mobbing sempre nell’anno in corso, di cui 9 in ambito locale. Una tendenza che porterà a superare i dati degli anni scorsi: per lo stalking 93 (di cui 4 uomini nel 2015), 97 (di cui un uomo) nel 2016. Per quanto riguarda il mobbing sono stati 158 i casi segnalati nel 2015 e 165 nel 2016.

E’ quanto emerge dal bilancio annuale dello Sportello Antistalking dell’Adoc (Associazione nazionale per la Difesa e l’Orientamento dei Cittadini), gestito in collaborazione con la Provincia di Perugia, che questa mattina ha inaugurato un nuovo presidio territoriale presso lo Sportello Polifunzionale della Provincia, in Via Martiri della Libertà (casa verde) a Città di Castello. Sarà un servizio a disposizione di tutti coloro che vorranno fare segnalazioni o richiedere informazioni sulla legislazione vigente ed ottenere risposte a quesiti in materia, direttamente all’ufficio all’interno della struttura tutti i martedì dalle 14.30 alle 17, prenotando l’appuntamento al numero 075-3682120 – fax 075-8523180 o per mail sportellocastello@provincia.perugia.it.

All’inaugurazione del nuovo sportello, che va ad aggiungersi a quelli di Perugia e Foligno, sono intervenuti il vicepresidente della Provincia di Perugia Roberto Bertini, il consigliere alle Pari Opportunità Erika Borghesi, il sindaco Luciano Bacchetta, l’assessore alle Politiche Sociali Luciana Bassini, il presidente regionale ADOC Umbria Angelo Garofalo e l’avvocato responsabile dello sportello tifernate ADOC Umbria Ursula Masciarri assieme alla psicologa Silvia Meacci. Presenti all’incontro anche l’assessore ai Servizi Educativi Rossella Cestini e il direttore di Distretto della Asl 1 Daniela Felicioni.

L’Adoc – ha precisato il presidente regionale Garofalosi pone verso una nuova etica, per il rispetto della persona e a garanzia della democrazia. Lo sportello dovrà essere utile non solo a chi è vittima di stalking, ma anche per i potenziali stalker, per renderli consapevoli di un comportamento corretto. Allo sportello tifernate sarà possibile rivolgersi a esperti nei rapporti comportamentali, avvocati e psicologi”. I dati forniti dagli Sportelli antistalking ci dicono che anche il nostro territorio non è esente dal fenomeno” – ha affermato Bertinie il presidio che inauguriamo oggi a Città di Castello riveste quindi un’importanza strategica in quanto sarà un punto di ascolto per tutto l’Alta Umbria”.

In maniera subdola lo stalker – ha dichiarato Erika Borghesipratica una forma di violenza psicologica che può procurare seri danni a chi ne è vittima. Se da un lato quindi è fondamentale denunciare tale reato, altrettanto importante è creare sinergia tra istituzioni, associazioni e scuola, professionisti ed esperti per creare soprattutto tra le nuove generazioni la cultura del rispetto, senza il quale la società è destinata a deteriorarsi sotto il profilo morale e umano”. “Chi subisce atti persecutori o molestie assillanti ha spesso difficoltà a parlarne con qualcuno ed a chiedere aiuto, per paura, vergogna o nella speranza che tutto finisca al più presto o perchè viene sottovalutato il rischio – hanno precisato Bacchetta e Bassini ma è utile ricordare che quasi tutte le oltre cento donne che ogni anno a livello nazionale sono vittime di femminicidio sono state prima a lungo perseguitate. Oggi con questo sportello e nuovo servizio pubblico la rete locale di assistenza e sostegno a coloro che si trovano in difficoltà si amplia e si potenzia grazie alla presenza di professionisti e addetti che a vari livelli forniscono il loro apporto”.

L’avvocato Paola Jole Spinelli, che segue per conto di ADOC Umbria la zona del Folignate e Perugia (in collaborazione con Maria Cristina Zenobi e Foteini Giochtsi, Psicoterapeuta), ha evidenziato la netta prevalenza di vittime femminili e che “nei più sporadici casi inversi, cioè di uomini colpiti da atti persecutori perpetrati da parte di donne, soltanto una minima parte (un paio di casi) ha riguardato vere e proprie azioni reatuali qualificabili come ‘stalking’ e per le quali vi è in corso procedimento penale. Nella maggior parte dei casi, siamo riusciti a ‘sedare’ sin da subito il tentativo di atti persecutori o ad arrestarne i prodromi”.