Da.Bac.
La rigida ma soleggiata mattinata di domenica 24 novembre, è stata interamente dedicata alla memoria di Valerio Gildoni, Donato Fezzuoglio e tutti i caduti dell’Arma dei Carabinieri.
Le autorità – La giornata, sfruttando anche l’occasione del decimo anniversario della strage di Nassiriya, è cominciata in piazza Matteotti presso il loggiato “Gildoni”, sotto la cui targa commemorativa è stato posta una corona d’alloro, alla presenza di molte autorità e tantissimi membri dell’Arma: tra questi il sindaco tifernate Luciano Bacchetta e vari assessori dell’Amministrazione, gli onorevoli Walter Verini e Anna Ascani, il prefetto di Perugia Antonio Reppucci, alcuni sindaci dei comuni dell’Altotevere, il presidente della Sezione Carabinieri in congedo Mario Menghi, il Generale di Corpo d'Armata e Presidente dell’Associazione Nazionale Carabinieri Libero Lo Sardo, il colonnello e comandante della Legione Umbria dei Carabinieri Antonio Pietro Marzo, il colonnello e comandante provinciale di Perugia Angelo Cuneo e le varie forze dell’ordine e associazioni d’arma.
L'omaggio dei bambini – Dopo la deposizione sotto il loggiato, il lungo corteo di Carabinieri si è spostato da piazza Matteotti, passando per piazza Gabriotti, alla scuola elementare San Filippo, dove il preside Massimo Belardinelli ha accolto tutti nella palestra dell’edificio trasformata in sala conferenze. Qui è continuato l’omaggio al colonnello Gildoni e all’appuntato Donato Fezzuoglio: autorità e pubblico hanno assistito alle esibizioni del coro e dei lavori (poesie, disegni e temi) dei piccoli studenti che, a modo loro, hanno ricordato i due Carabinieri scomparsi alla presenza delle loro famiglie. Significativo l’intervento del prefetto Reppucci: “Queste sono iniziative che costruiscono ‘coesione sociale’ distributiva e inclusiva. Dobbiamo essere di esempio per i giovani perché si stanno perdendo i valori di una volta. Ricostruire la memoria dei nostri caduti, come oggi, può essere un modo per riacquistare, in un modo ipertecnologico, un orgoglio di appartenenza, alimentando partecipazione e democrazia. Ogni singolo cittadino dovrebbe poi essere una sentinella del proprio territorio, perché le forze dell’ordine hanno bisogno di contare anche su questa collaborazione”. Dopo l’inno d’Europa eseguito dal giovanissimo coro, c’è stato uno scambio di doni e pergamene tra le maestre, le vedove dei caduti e gli alti rappresentanti dell’Arma.
Il monumento – La cerimonia si è poi conclusa in “Viale Nazario Sauro”, dove si è celebrato lo scoprimento del monumento dedicato ai caduti, nel prato sotto le mura urbiche. Hanno preceduto il momento clou, le significative parole del presidente della Sezione Carabinieri in congedo Mario Menghi, che hanno riassunto molto bene il significato della giornata: “Oggi si è concretizzato il nostro sogno. Oltre un anno fa nel consiglio della nostra sezione ci venne in mente che nella nostra cittadina erano presenti importanti e monumenti a ricordo dei caduti di varie e valorose armi, anche se mancava il nostro: quello ai caduti dell’arma dei Carabinieri. Abbiamo fatto di tutto per realizzarlo, nel più breve tempo possibile. Tutte le autorità ci hanno sostenuto. La location è stata individuata in accordo con il nostro sindaco, che ringraziamo per aver fatto avverare questo sogno. Siamo qui a ridosso delle mura urbiche, uno dei più importanti accessi al nostro centro storico dove ogni giorno transitano tantissime persone.L’opera, realizzata da Sauro Tanci, rappresenta simbolicamente la vita spezzata di tutti i Carabinieri caduti in servizio in patria e all’estero. Al suo interno brilla e brillerà sempre la fiamma dell’Arma, simbolo di fedeltà, sacrificio, lealtà e generosità. Questi i valori che l’Arma mi ha insegnato e inculcato. Ho avuto la fortuna di assaporare questa vita e soprattutto di avere mio padre sottoufficiale per 40 anni. Come lui era solito dire, “gli ‘alamari’ sono cuciti sulla pelle, non solo sulle divise”, è la verità. L’inaugurazione del monumento è stata voluta nel mese di novembre perché per noi ha un doppio significato: il primo è l’affidarsi sempre e comunque alla protezione della nostra Virgo Fidelis, patrona dell’Arma, la cui ricorrenza è il 21 novembre; il secondo è il desiderio di ricordare, nel modo più degno, la strage di Nassiriya, nel decennale del tragico evento. Questa idea è figlia di un nostro socio e consigliere brigadiere capo Alfredo Bizzai, in missione a Nassiriya il giorno della strage. E’ stato lui a volere fortemente che la cerimonia venisse celebrata in questo novembre 2013 per ricordare, come amava chiamarli lui, ‘i nostri amici’. Amici di tutti noi che erano partiti non per fare la guerra ma a costruire la pace. Non dobbiamo mai dimenticarci di coloro che sacrificano la loro vita per un mondo migliore. Infine un pensiero commosso va anche a tutti i Carabinieri e alle forze dell’ordine caduti in patria nel corso dei servizi di salvaguardia della pubblica sicurezza. Non possiamo non ricordare la recente scomparsa avvenuta in Sardegna dell’assistente capo della Polizia di Stato Luca Tanzi”. Dopo il saluto dei Carabinieri ai loro superiori, l’alzabandiera e l’inno, il monumento è stato spogliato della bandiera italiana e benedetto da Don Sergio Susi. Tutto questo con intorno una bellissima cornice di pubblico, che ha seguito la cerimonia in religioso silenzio. Dopo le numerose foto di rito la mattinata si è conclusa con la Santa Messa dedicata alla Virgo Fidelis.
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