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Città di Castello ha un futuro sostenibile? Alla Fiera delle Utopie Concrete 3 'laboratori' per capire in che direzione andare

Mobilità sostenibile, pedonalità, rivitalizzazione del centro storico e delle aree urbane, connettività. Sfide da affrontare e obiettivi da raggiungere partendo da dati sensibili e incoraggianti, come le 250 nuove registrazioni ai sette hot spot di Città di Castello nel mese di settembre, la media di 150 accessi giornalieri alla rete wifi gratuita o, in un campo di intervento meno “immateriale”, i circa 900mila euro di cofinanziamento per interventi di miglioria a vantaggio di privati che arriveranno dal Puc 2. “Gli orizzonti tracciati sono ambiziosi ma stimolanti: in un momento di ripiegamento e di crisi è il futuro l’unica chiave di lettura del presente – sottolinea Luciano Bacchetta, Sindaco di Città di Castello – un metodo che rispetta anche il Masterplan, perché delinea percorsi di cambiamento intelligente, graduale e compatibile con le esigenze dei cittadini”. E proprio il Masterplan di cui si sta dotando il Comune altotiberino – mettendo insieme in modo organico pezzi “progettuali” come il Piano Regolatore e la Variante, il Quadro Strategico di Valorizzazione, il progetto per la riqualificazione urbana dell'area industriale di Regnano, il Piano d'Azione per l'Energia Sostenibile – sarà al centro della prossima Fiera delle Utopie Concrete, in programma a Città di Castello per tre fine settimana dal 18 ottobre al 2 novembre.
Per tre week end la manifestazione, fondata nel 1988 dal pacifista e ambientalista altoatesino Alexander Langer dedicherà al tema 3 “laboratori del futuro”, incontri strutturati attraverso un percorso metodologico tra ideazione e discussione, con la partecipazione di esperti, stakeholder e attori decisionali. Si parlerà, ad esempio, di come disegnare la nuova mobilità cittadina, “una sfida non facile – prosegue il Sindaco – perché a tutt’oggi le opinioni su cosa significhi valorizzare il centro storico e accrescerne l’attrattività generale non sono così omogenee. Alcuni passi in questa direzione sono stati già compiuti: Città di Castello è stata la prima città umbra ad avere una dorsale in fibra ottica e di recente ha attivato nell’ambito di un progetto regionale in collaborazione con Centralcom e Umbria Wifi, il wifi gratuito in alcuni luoghi, i più frequentati, del centro storico. Nell’uno e nell’altro caso abbiamo affrontato i rischi fisiologici ad una sperimentazione che coniuga modernizzazione e democratizzazione dell’accesso alla tecnologia. Se consideriamo che le nuove registrazioni ai sette hot spot di Città di Castello nel mese di settembre sono state circa 250 con una media di accessi giornalieri di circa 150 utenti, non possiamo che giudicare positivamente questa fase di attivazione che ha garantito un servizio non così scontato in altre realtà simili o contigue alla nostra”. Altro tema chiave, il recupero e la valorizzazione del centro storico. “Stiamo dotando il centro – precisa Bacchetta – di nuove funzioni attraverso corposi programmi di ristrutturazione urbanistica nei quadranti di pregio della città e un piano di ammodernamento delle funzioni al servizio dei cittadini e delle imprese. Dal Contratto di quartiere nei rioni Prato e Mattonata nascerà la Piazza dell’Archeologia in un contesto che ospita la Pinacoteca, il Chiostro e la Chiesa di San Domenico, il sito templare di Santa Maria della Carità e l’ex-ospedale, un contenitore, per struttura e volumi, dalle incredibili potenzialità, che attende da troppo tempo una nuova destinazione. Dal Puc 2 arriveranno circa 900mila euro di cofinanziamento per interventi di miglioria a vantaggio di privati”. Interventi “particolari” che dovranno però essere organici ed omogenei con una visione più ampia del futuro della città: “è l’idea complessiva di città a cui dobbiamo guardare anche attraverso la lente delle singole situazioni”, conclude Bacchetta. In questa prospettiva “Città di Castello si sta preparando a diventare la città delle arti contemporanee in virtù del centro regionale a Palazzo Vitelli a Sant’Egidio, che si affaccerà nella piazza che vorremmo dedicare ad Alberto Burri, per aver offerto con i suoi due musei un valore aggiunto notevole al patrimonio materiale e immateriale della città”.

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