Categorie: Cronaca Umbria | Italia | Mondo

Città di Castello, Finanza scopre agriturismo completamente sconosciuto al fisco

Nell’ambito di specifiche attività, disposte in tutta la provincia dal Comando Provinciale di Perugia per il ponte del primo maggio, allo scopo di contrastare il fenomeno dell’abusivismo commerciale, i finanzieri di Città di Castello hanno individuato in una zona collinare, nelle immediate vicinanze della città, un imprenditore che dopo aver ristrutturato un complesso immobiliare rurale di pregio ne aveva ricavato diversi appartamenti che affittava durante l’anno a prezzi fino ad un massimo di 80 euro al giorno a persona con offerta di prima colazione. Il complesso ricettivo era anche dotato di cucina, due sale ristorante, sala TV e reception e di un’ampia piscina esterna.

I finanzieri sono giunti ad individuare la struttura attraverso specifica attività di controllo del territorio con l’utilizzo e l’incrocio delle banche dati di polizia e la ricerca mirata dei siti internet che pubblicizzano le attività ricettive presenti in Umbria.

Le giustificazioni – All’atto dell’intervento il titolare si è giustificato dicendo che la sua era un’attività di “Bed & breakfast” da trasformare in agriturismo, senza tuttavia esibire alcuna autorizzazione amministrativa necessaria per attività ricettiva con somministrazione di alimenti e bevande. Gli approfondimenti eseguiti dai finanzieri che hanno riguardato gli anni dal 2007 al 2012 hanno escluso la sussistenza di questa tipologia di attività che, com’è noto, richiede l’adempimento di specifiche prescrizioni e requisiti in capo all’imprenditore agricolo, come previsto dalle Leggi Regionali in materia.

Sanzioni pesanti – Al momento, sono in corso di ricostruzione in capo al titolare dell’attività l’ammontare dei redditi prodotti dall’anno 2007 al 2012 che, in esito, vedrà anche la contestazione dell’omessa presentazione delle dichiarazioni dei redditi per gli anni dal 2007 al 2010 e la segnalazione dei ricavi realizzati in totale evasione d’imposta, nonché l’applicazione delle sanzioni amministrative, da un minimo di 3.000 a un massimo di 10.000 euro, per l’esercizio abusivo dell’attività ricettiva e di ristorazione.