“Fare la raccolta differenziata è la prima azione contro le ecomafie”: così il procuratore della Repubblica di L’Aquila Fausto Cardella si è rivolto agli studenti di Città di Castello presenti all’Auditorium di Sant’Antonio per “Rifiuti senza le ali”, incontro su crimini e criminalità ambientale, promosso dalla Provincia di Perugia e dal comune tifernate. “La legalità non ammette gradi: gettare una carta per terra, andare in motorino senza casco non è differente dal violare altre regole, perché comunque infrange il principio fondamentale del rispetto della legge” ha detto il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi, ricordando il percorso sulla legalità che l’ente sta seguendo con il progetto “Legalmente – Lo stato siamo noi”, sostenuto dal Ministero della Gioventù. “Istituzioni e magistrati, come sta accadendo oggi, devono sedere allo stesso tavolo e lavorare insieme, dando lo stesso messaggio: le regole vanno rispettate”. “Nell’arco di pochi mesi torniamo ad ospitare Fausto Cardella, perché la legalità è un tema sempre all’ordine del giorno a Città di Castello” ha detto il sindaco tifernate Luciano Bacchetta “soprattutto in relazione agli approfondimenti che proponiamo agli studenti. Prima con l’intitolazione della Sala Giunta a Peppino Impastato, oggi discutendo di ecomafie, le istituzioni sono in prima linea nella cultura della legalità messa a dura prova dalla crisi economica e valoriale che sta attraversando l’Europa”. “I rifiuti non solo soltanto scarti ma l’oggetto di un servizio pubblico, pagato dai cittadini: hanno una rilevanza economica oltre che ambientale” ha aggiunto Luca Secondi, assessore alle Politiche ambientali, “Il profitto che si può ricavare eludendo la legge o piegandola al proprio interesse ha creato i crimini ambientali e una criminalità organizzata, legata allo sfruttamento doloso dei rifiuti, speciali o tossici. La cronaca si è occupata di questi casi, raccontandoci come l’energia eolica potesse diventare un business malavitoso o come porzioni di territorio nel Sud siano malate a causa di sversamenti incontrollati. È questa caratteristica ambigua a favorire il proliferare dell’ecomafia: vive in un cono d’ombra, insinuandosi nei meandri di procedure e opportunità dall’aspetto perfettamente legale. L’attenzione dunque va tenuta alta per capire quali interessi sono in gioco e come non essere con-niventi con tali sistemi, dannosi per l’ambiente e per l’economia”. Donatella Porzi, assessore provinciale alla Cultura, Istruzione, Politiche giovanili della Provincia di Perugia ha spiegato il titolo “Rifiuti senza le ali” parlando di rifiuti che non riescono ad avere una nuova vita “una sorta di provocazione per avvicinare il tema alla responsabilità che nei suoi confronti possono essere chiamati a sviluppare gli studenti di oggi, i cittadini di domani. Le ecomafie, infatti, hanno allargato pericolosamente il loro raggio d’azione rispetto al commercio illegale dei rifiuti da cui i malavitosi sono partiti. Oggi, le ecomafie producono traffici, danni, illeciti e illegalità in settori quali l’alimentare e l’archeologia, la produzione di energia e eolica e le sale da giuoco. Le conoscenze e l’impegno che insieme sapremo sviluppare serviranno, non solo simbolicamente, a far mettere di nuovo le ali al ciclo dei rifiuti e a ogni contesto inquinato dalle ecomafie: il destino dei rifiuti è, infatti, quello di non marcire in se stessi, ma di contribuire a creare nuovi composti e in edite componenti del ciclo produttivo e vitale delle società, in ogni parte del mondo”. “I reati ambientali non esistono prima del 1992 quando viene approvata la normativa sui rifiuti speciali: non che non ci fossero danni ambientali ma non venivano sanzionati. La parola ecomafie invece è un neologismo creato da Legambiente” ha precisato Fausto Cardella, sottolineando il peso che gli eco crimini stanno assumendo e citando l’indagine del 2011 che ha smantellato “A Taranto una centrale di traffico dei rifiuti che aveva ancoraggi anche a La Spezia o Livorno e assoldava cittadini italiani, cinesi e di altre nazionalità. Su questo fronte sono caduti giornalisti come Ilaria Alpi, che aveva troppo scoperto sui rifiuti in Somalia, sono attivi i quattro grandi ceppi della criminalità organizzata, mafia camorra ndrangheta e sacra corona unita, ma a contrasto lavorano Guardia di Finanzia, Noe dei Carabinieri, Corpo Forestale e da ultimo la Dia che ha competenza su traffico illecito di rifiuti. Intorno ai rifiuti girano interessi economici globali e questo li rende un obiettivo sensibile delle organizzazioni criminali che spesso ricorrono, contagiandole, ad aziende private specializzate del settore. I più redditizi sono i rifiuti tossici e nucleari: disfarsene è questione delicata e preminente per il pericolo sanitario che costituiscono. Quindi non possiamo parlare dei reati ambientali come i reati senza vittima: in realtà l’ambiente e l’economia sono i primi a risentirne. Da questo punto di vista le ecomafie attentano ad ognuno di noi perché danneggiato l’habitat in cui viviamo”.
La manifestazione è stata seguita e trasmessa da Web Radio Gel, Giovani e Legalità, la radio del Convitto Nazionale di Assisi,; diretta streaming a cura di Radiophonica.
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