Dovrebbero essere circa 70mila gli umbri che, potenzialmente, potrebbero beneficiare del reddito di cittadinanza a fronte di 22mila nuclei familiari. Queste le stime dell’Inps in Umbria. Con quelle della Regione che sono un po’più al ribasso, almeno stando alle informazioni che arrivano da Roma. Comunque, circa 20mila umbri dovranno essere convocati negli uffici della neonata Arpal per sottoscrivere il patto per il lavoro, pena decadenza dal reddito. Perché le domande per il reddito di cittadinanza dovranno essere presentate all’Inps e alle Poste, ma dovranno poi essere i Centri per l’impiego a gestire la chiamata al lavoro. E almeno qui iniziano le difficoltà,perché gli uffici ritengono di non avere, ad oggi, gli organici adeguati. L’Umbria attende ‘rinforzi’ per circa 150 unità, di cui una sessantina di navigator e gli altri personale da inserire in organico.
Ma in attesa di vedere l’operatività del meccanismo del reddito di cittadinanza, in Umbria si apre lo scontro politico tra Pd e Movimento 5 stelle. Al consigliere pentastellato Liberati, che aveva messo in guardia la Giunta regionale da ogni tentativo di”boicottare” il reddito di cittadinanza, si è aggiunta la collega di partito Maria Grazia Carbonari, per la quale le risorse ci sono: “L’Esecutivo regionale crei le
condizioni agli uffici di erogarlo – ammonisce – invece di mettere le mani avanti prima ancora di averci provato”.
Carbonari se la prende anche con le previsioni nefaste dell’assessore Paparelli, seguite poi dalle valutazioni della governatrice Marini: “Se i centri per l’impiego non hanno avuto fino ad oggi i mezzi per funzionare la responsabilità è proprio di chi ha governato l’Umbria”, attacca l’esponente pentastellata.
Ma la consigliera regionale dem Carla Casciari ricorda già il primo paradosso del percorso pensato dal Governo, dato che i 4.500 navigator che opereranno in Italia saranno precari, con lo stipendio garantito per soli 2 anni. “Quindi la consigliera Carbonari – è la replica di Casciari – si preoccupi di fornire anche una bacchetta magica a queste nuove figure per agevolarli in un compito difficile, quello di assicurare posti di lavoro, in un quadro di politiche nazionali dove le misure assistenzialistiche prevalgono su politiche economiche per nulla incisive”.
“Vorrei ricordare – continua Casciari – che con la legge regionale n. 1/2018 è stata istituita l’Agenzia regionale per le politiche attive del lavoro (Arpal), un sistema integrato per il mercato del lavoro, l’apprendimento permanente e la promozione dell’occupazione. La creazione di questo ente strumentale ha segnato un importante passaggio con la conclusione del percorso di stabilizzazione per 47 storici precari dei Centri per l’impiego, avvenuta lo scorso 31 ottobre“.