Città di Castello

Cinquecentenario Raffaello, a primavera 2021 sei opere dell’artista in Pinacoteca

E’ stata ufficializzata questa mattina la data, 27 marzo-30 maggio 2021, della mostra Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo, unica in Umbria ad essere finanziata dal Comitato nazionale per il Cinquecentenario, a cura di Marica Mercalli, Direttore generale per la Sicurezza del Patrimonio Culturale del Mibact, e Laura Teza, professore associato di Storia dell’Arte Moderna dell’Università degli Studi di Perugia.

La mostra ricostruisce il periodo tifernate di Raffaello, quando tra 1500 e 1504, ad appena 20 anni, ricevette a Città di Castello importanti commissioni che gli aprirono le porte delle corti rinascimentali e della curia romana. Qui dipinse giovanissimo lo Sposalizio della Vergine e la Crocifissione Gavari e di fatto divenne Raffaello, distaccandosi sempre più dal modello del Perugino.

Saranno 6 le opere di Raffaello esposte nell’esposizione tifernate: oltre allo Stendardo conservato nella Pinacoteca comunale, sarà possibile vedere la primissima opera di Raffaello giovane, La Pala di San Nicola da Tolentino, presente fino al terremoto del 1789 nella chiesa tifernate di Sant’Agostino, l’Eterno e la Vergine del Museo Nazionale di Capodimonte e l’Angelo della Pinacoteca di Brescia, il disegno dell’Ashmolean Museum di Oxford, con uno studio delle teste delle fanciulle presenti nel corteo dello Sposalizio e il disegno relativo all’Eterno per il gonfalone della SS.Trinità.

Inoltre per la prima volta Raffaello e Signorelli “vis a vis”, nella stessa sala: saranno infatti esposti il Gonfalone del primo e il Martirio di San Sebastiano del secondo. L’annuncio è stato dato dal sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta, unitamente all’assessore alla Cultura Vincenzo Tofanelli durante la conferenza stampa odierna, in cui ha ricordato che “la mostra sarebbe stata in corso in questi giorni se il Covid non ci avesse costretto a rimandarla. Molti dei luoghi in cui Raffaello ha vissuto questo snodo fondamentale della sua vita sono rimasti quasi inalterati da allora e in questa prospettiva anche città e Pinacoteca saranno protagoniste. Siamo l’unica città dell’Umbria medievale in cui il Rinascimento convive con la Contemporaneità dei musei Burri e il Cinquecentenario è l’occasione per porre in evidenza questa straordinaria caratteristica attraverso le opere che Raffaello ci ha lasciato”.

La mostra può contare su un comitato scientifico di caratura internazionale: oltre alle curatrici della mostra, risulta composto da Maria Brucato, Filippo Camerota, Francesco Paolo Di Teodoro, Sybille Ebert-Schifferer, Sylvia Ferino-Pagden, Rudolf Hiller von Gaertringen. Come spiega una delle due curatrici Laura Teza, docente di Storia dell’arte moderna dell’Università di Perugia : “La mostra vuole documentare la ricca cultura iniziale del giovane Raffaello, formatosi grazie all’importante magistero del padre Giovanni Santi a Urbino e la frequentazione della bottega di Perugino. Saranno presenti alcuni pezzi fondamentali dei dipinti eseguiti da Raffaello a Città di Castello“.