Adottato dalla Giunta regionale il nuovo regolamento per la caccia di selezione, che inserisce, per la prima volta in Umbria, la specie cinghiale. Nel precedente regolamento del 1999 erano previsti, infatti, solo cervidi e bovidi. L’assessore Morroni, al fine di condividerne i contenuti, ha convocato un tavolo con le associazioni venatorie, del mondo agricolo e con gli Ambiti territoriali di Caccia per il prossimo 15 aprile.
Il regolamento aveva creato un intenso dibattito tra le associazioni degli agricoltori e quelle venatorie, che avevano presentato diverse richieste di modifica. Critico il Coordinamento delle squadre dei cacciatori di cinghiale, che aveva parlato di introduzione di una nuova forma di caccia. Con uno scontro a distanza con lo stesso Morroni, per il quale la caccia in braccata aveva peggiorato la presenza dei cinghiali in Umbria. Valutazione “diffamatoria”, secondo le squadre.
“Con l’adozione definitiva del nuovo regolamento sulla caccia di selezione, si inizia anche in Umbria questa tipologia di caccia alla specie cinghiale – dichiara l’assessore Morroni – una novità assoluta per la regione, inserita al termine di un percorso di analisi da parte della Terza Commissione consiliare dell’Assemblea legislativa, che ha espresso nel merito parere positivo, con alcune raccomandazioni recepite dall’Esecutivo ed entrate a far parte del testo finale”.
“Con l’introduzione di questa modalità venatoria – spiega ancora l’assessore – si rafforzano gli strumenti atti a regolare e controllare in modo più efficace l’andamento demografico della popolazione di questa specie nel territorio, in quanto causa di ingenti danni all’agricoltura ed elemento di criticità per la pubblica sicurezza e per la viabilità stradale”.
Il regolamento norma la caccia di selezione al cinghiale, integrando questa forma di prelievo con quelle già esistenti e completando così le modalità di gestione faunistico-venatoria della specie in sinergia con le attività di contenimento.
Con l’attuale normativa, il prelievo venatorio del cinghiale avviene, da un punto di vista quantitativo, quasi esclusivamente mediante la caccia in braccata con la quale si garantisce una notevole pressione venatoria sulla specie, con la realizzazione di cospicui carnieri. La sua esecuzione è, però, limitata alle aree dove tecnicamente è possibile effettuarla e il periodo in cui è praticabile è concentrato nei tre mesi della stagione venatoria previsti dalla Legge 157/92. Aggiungendo la caccia di selezione, è possibile ampliare le zone e allungare il periodo in cui effettuare il prelievo della specie. Aumentandone – è l’auspicio della Regione – la resa.
Il nuovo regolamento, inoltre, coordinandosi con i principi generali di gestione faunistico-venatoria definiti dal Piano faunistico venatorio regionale, definisce anche i parametri per l’individuazione dei distretti, i criteri e i contenuti dei piani di gestione, le figure coinvolte nella gestione stessa con i relativi requisiti e i titoli, le modalità per stabilire i carnieri stagionali, gli strumenti di prelievo, le procedure per la gestione dei capi abbattuti e dei capi feriti.
Per i cacciatori già in possesso dell’abilitazione alla caccia di selezione per cervidi e bovidi, infine, è previsto il riconoscimento del titolo previa frequentazione di un corso integrativo.
Come già anticipato nelle scorse settimane, l’assessore Morroni ha convocato un tavolo permanente con la partecipazione delle associazioni venatorie e del mondo agricolo e con gli ATC (Ambiti territoriali di caccia) per il prossimo 15 aprile.
Il tavolo avrà il compito di consentire un confronto costante sul tema del sovrappopolamento della specie cinghiale e sugli interventi necessari per garantirne il contenimento.