In campo anche l’Esercito, insieme ai cacciatori, per raddoppiare il numero di cinghiali abbattuti, per arrivare a 650mila capi in un anno. E’ quanto previsto nel nuovo Piano di cattura, contenimento, abbattimento e smaltimento dei cinghiali che è stato approvato e che avrà una durata di cinque anni.
Il Piano, coordinato dal commissario straordinario contro la Psa (Peste suina africana) Vincenzo Caputo, prevede un programma di cattura, contenimento, abbattimento e smaltimento della carne di cinghiale su tutto il territorio nazionale, suddiviso per regioni. Per ridurre una popolazione di cinghiali che Coldiretti stima in 2,3 milioni in Italia. Troppi per 7 italiani su 10, secondo l’indagine condotta da Ixè.
Per raggiungere l’obiettivo di di abbattimento, oltre alle associazioni venatorie si prevede di utilizzare le forze operative dell’Esercito.
Il commissario Caputo avrà una disposizione una dotazione finanziaria di 3 milioni e mezzo di euro.
I sottosegretari Patrizio Giacomo La Pietra del MASAF e Marcello Gemmato del Ministero della Salute, hanno incontrato i presidenti delle organizzazioni professioni agricole e di settore per discutere la situazione della PSA In Italia. La riunione si è svolta presso il Ministero della Difesa, alla presenza del ministro Crosetto, del ministro Lollobrigida e del commissario straordinario Caputo, in quanto nella fase di gestione del piano cinghiali sarà utilizzato anche l’esercito.
Incontro seguito a quello della Conferenza Stato regioni con gli assessori regionali alla presenza del ministro Lollobrigida ed il commissario straordinario Caputo.
Il ministro Lollobrigida ha di chiesto di monitorare le attività attraverso una Cabina di regia permanete delle rappresentanze del tavolo, che sarà costituita da un delegato per ogni associazione con incontri ogni 15 giorni ed il coinvolgimento dei diversi Ministeri competenti (Salute, Difesa Ambiente, Agricoltura).
Il tavolo di lavoro sarà aggiornato sull’andamento delle attività e condividerà le scelte che dovranno essere effettuate.
Insieme al Piano è stata emessa dal Ministero della Salute l’ordinanza Psa con le misure di controllo ed eradicazione.
Le norme si applicano nelle zone dichiarate infette o di sorveglianza, secondo la classificazione di restrizioni.
Nelle zone di restrizione II e II è vietata l’attività venatoria collettiva (caccia collettiva effettuata con più di tre operatori) di qualsiasi tipologia e specie e l’attività venatoria nei confronti della specie cinghiale. Sono consentite le altre forme di caccia, nonché l’utilizzo di cani da caccia nelle attività di addestramento venatorie, purché nel rispetto del protocollo di biosicurezza. L’attività venatoria può essere svolta con non più di tre cani contemporaneamente per cacciatore o gruppo di cacciatori.
L’attività di controllo faunistico effettuata, ai sensi dell’art. 19 della legge n. 157/92, sulla specie cinghiale, deve essere svolta nel rispetto di specifiche misure di biosicurezza e delle linee guida del piano.
Le misure previste per i piani di depopolamento del cinghiale si applicano anche nelle aree protette ad ogni livello.
Vige divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, di prodotti a base di carne, di trofei e di ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta.
Nella zona di restrizione I, riguardo ai suini selvatici è previsto il rafforzamento della sorveglianza passiva, con la ricerca attiva delle carcasse di suini selvatici, programmata e coordinata a livello regionale, sulla base dei ritrovamenti di carcasse positive.
L’attività di controllo faunistico effettuata, ai sensi dell’art. 19 della legge n. 157/92, sulla specie cinghiale, deve essere svolta nel rispetto di specifiche misure di biosicurezza di cui all’Allegato 1 alla presente ordinanza e delle linee guida operative di cui all’Allegato 3. Tenendo conto della diffusione spaziale della malattia, le modalità di controllo faunistico, indicate nell’Allegato 3, sono modulate al fine di prevenire la diffusione della PSA nelle aree prossime al confine esterno della zona di restrizione II. La differenza tra metodi di intervento è da ricondurre solo alla classificazione in zona di restrizione, indipendentemente dalla classificazione faunistica del territorio interessato. Le misure previste per i piani di de-popolamento del cinghiale si applicano anche nelle aree protette ad ogni livello; viii. divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, di prodotti a base di carne, di trofei e di ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta.
L’allegato 4 contiene il protocollo relativo all’attività di addestramento cani e manifestazioni cinofile, così da ridurre la possibilità di trasmissione del virus della peste suina africana. Con le prescrizioni per i comitati organizzatori ed i concorrenti che provengono dalle zone infette e dalle zone di sorveglianza.