"Cinghiali, nell'Italia centrale Calendario condiviso in deroga con caccia di almeno 120 giorni"

“Cinghiali, nell’Italia centrale Calendario condiviso in deroga con caccia di almeno 120 giorni”

Redazione

“Cinghiali, nell’Italia centrale Calendario condiviso in deroga con caccia di almeno 120 giorni”

Ven, 05/07/2024 - 09:43

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La proposta del capogruppo della Lega in Umbria: data ottimale dal primo ottobre al 31 gennaio per eliminare difformità

Un calendario in deroga, condiviso da tutte le regioni dell’Italia centrale, che garantisca almeno 120 giorni di caccia al cinghiale, fermo restando le battute di contenimento che avvengono nei periodi antecedenti e successivi alla stagione venatoria.

E’ quanto propone il capogruppo della Lega in Consiglio regionale dell’Umbria e presidente della Commissione agricoltura, per arginare il preoccupante proliferare di questa specie, con conseguenti danni alle colture, rischi sulle strade e sanitari, con il timore del diffondersi della Peste suina africana (Psa).

Mancini, in occasione dell’approvazione del Calendario venatorio dell’Umbria per la stagione 2024/2025 in Terza Commissione aveva avanzato delle osservazioni, condivise dai colleghi e trasmesse all’assessore competente.

“Il mondo venatorio, che ringrazio – spiega ora l’esponente della Lega – è da sempre in prima linea a tutela del lavoro degli agricoltori e della salute pubblica, con risultati straordinari, testimoniati dai numeri sempre crescenti degli abbattimenti. Ma, come evidenziato anche dal commissario straordinario per la Psa Vincenzo Caputo in occasione di Agriumbria – evidenzia – in Italia sono stati censiti oltre un milione e 800 mila cinghiali. Un dato che dimostra la necessità e l’urgenza di mettere in campo a livello nazionale soluzioni efficaci al contenimento di questa specie che causa danni ingenti agli imprenditori agricoli e rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini”.

valerio mancini

“Un’apertura nella modalità dei 120 giorni continui con Calendario ottimale 1°ottobre-31 gennaio – secondo Mancini – risolverebbe in modo definitivo il problema della difformità delle date di apertura tra le varie regioni e quello della efficacia della caccia in braccata, perché ci sarebbe meno mobilità della specie e una riduzione significativa dei danni all’agricoltura, con elevato risparmio per le casse pubbliche, con maggiore garanzia per la sicurezza stradale e con azioni positive per il contenimento della possibile propagazione della peste suina”.

Del resto, Mancini ricorda come già un mese e mezzo fa, in occasione del parere in Commissione sul Calendario venatorio avesse dato all’assessore indicazioni in tal senso, con la condivisione degli altri consiglieri.

Alcune associazioni venatorie hanno infatti manifestato perplessità sulla proposta di prolungare fino al 28 febbraio la caccia al cinghiale, ritenendo che i quattro mesi si debbano raggiungere anticipando la data degli abbattimenti.

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