Caccia Umbria

Cinghiali, le squadre: “Atc ora in mano agli agricoltori e i danni sono aumentati”

“Da un anno gli Atc umbri sono in mano alle associazioni agricole. Nell’Atc2, in particolare, dal passaggio dalla precedente all’attuale gestione i danni provocati dai cinghiali sono raddoppiati. Questo è frutto della vostra incapacità a gestire?”. E’ la domanda che il Coordinamento squadre cinghialiste umbre rivolge al presidente umbro di Coldiretti, Albano Agabiti, in piazza sabato scorso per protestare contro l’eccessiva presenza dei cinghiali.

Spigarelli non ci sta a vedere i cacciatori accusati di essere i responsabili di questa situazione o quantomeno additati come non abbastanza efficaci nell’azione di contrasto alla proliferazione di questa specie.

“Praticamente – ricorda il Coordinamento – a caccia al cinghiale in Umbria si va tutto l’anno, nelle sue varie forme. Oltre al contenimento, infatti, la selezione inizia il 1° giugno e termina il 30 aprile. In caso di presenza dei cinghiali, gli agricoltori possono chiamare le squadre di cacciatori che intervengono tempestivamente o, se in possesso di licenza, provvedere direttamente. Possono mettere le gabbie. Ma alla fine – rivendica – dei 25mila cinghiali abbattuti in Umbria il 95% è ad opera delle squadre”.

Un ruolo, quello delle squadre cinghialiste, che per il Coordinamento dovrebbe essere riconosciuto. “Ma le decisioni – accusa il Coordinamento – vengono assunte escludendo le associazioni venatorie”.

In particolare, il Coordinamento contesta il periodo in cui, da Calendario venatorio, si apre la caccia al cinghiale, compromesso tra le richieste del Ternano e quelle del Perugino: “In piena emergenza Psa – ricorda – si decide di dare inizio alla caccia al cinghiale il 20 ottobre. E’ vero che ora il piano regionale anti Psa prevede di allungare di un mese la caccia al cinghiale, ma febbraio è già tardi. Per il freddo, e perché si danneggia chi pratica le altre forme di caccia, ad esempio interferendo con la cattura delle lepri. Meglio sarebbe stato – suggerisce Spigarelli – prevedere la caccia al cinghiale in Umbria dal primo ottobre al 31 gennaio”.

E sull’obiezione su chi pratica anche altre forme di caccia, il Coordinamento ricorda: “Ora le squadre possono cacciare anche in 15. Chi pratica altre forme di caccia può farlo con questi numeri”.

Ma è soprattutto un messaggio che il Coordinamento squadre cinghialiste umbre ad Istituzioni ed associazioni agricole: “I cacciatori di cinghiale vanno ascoltati, perché è solo insieme a loro che si possono definire e attuare politiche efficaci di contenimento di questa specie che provoca danni alle colture, rischi sulle strade e problemi sanitari”.