Caccia Italia

Cinghiali, il monito del commissario Psa a Regioni e ambientalisti

Ridurre la popolazione di cinghiali in eccesso sino ad eradicarla nelle zone in cui, per eccessiva quantità e presenza di allevamenti di suini, il rischio di diffusione della Peste suina africana (Psa) è estremamente alto.

Mentre si attende la promulgazione del Decreto Agricoltura, che prevede anche l’utilizzo della protezione civile per la segnalazione e, nei casi più complessi, anche l’utilizzo dell’Esercito per abbattimento dei cinghiali, in ausilio ai cacciatori, nelle zone più critiche, il commissario nazionale alla Psa, Vincenzo Caputo, manda un messaggio chiaro alle Regioni e agli ambientalisti: fronteggiare la Peste suina africana è una priorità nazionale e quindi, pur con l’autonomia propria delle Regioni nella forma, i piani di abbattimento devono essere centrati, senza contestazioni da parte degli animalisti sulle modalità degli stessi abbattimenti.

Intervenendo a Bastia Umbra alla tavola rotonda su problematiche e prospettive della carne di selvaggina, a cui hanno partecipato responsabili tecnici e scientifici e amministratori dei territori delle Marche e dell’Umbria, Caputo ha ribadito che le direttive commissariali vanno rispettate per raggiungere gli obiettivi fissati. Indicando, ad esempio in Umbria, ciò che finora non ha funzionato nella gestione delle politiche degli abbattimenti. Critiche che l’assessore regionale Morroni ha in parte scaricato sulle attività degli Atc.

Caputo è stato anche chiaro a proposito degli obiettivi e delle modalità di abbattimento degli ungulati: si andrà avanti, vista l’emergenza, anche a fronte di contestazioni da parte di rappresentanti dell’ambientalismo più intransigente.

Il ministro Lollobrigida, intervenendo il giorno prima all’Assemblea di Libera caccia e confrontandosi con Federcaccia, aveva spiegato i contenuti del Decreto Agricoltura anche rispetto all’emergenza Psa: l’Italia non può permettersi il blocco delle esportazioni di suini, specialmente nelle zone a maggiore vocazione, come Emilia Romagna e Lombardia, cosa che determinerebbe un notevole danno economico. Lollobrigida ha ribadito il ruolo fondamentale dei cacciatori come bioregolatori in generale e in particolare nell’eradicazione, laddove necessario in alcune zone, dei cinghiali. Ribadendo che l’Esercito non ha intenzione di sostituirsi ai cacciatori, ma che il coinvolgimento dei soldati, in casi di necessità, è stata una sua richiesta, proprio a fronte della gravità del problema, specialmente in alcune aree.