Si sono rivolti alla Procura i cacciatori della squadra di cinghialisti Pelorosso a cui l’Atc3 ha sospeso l’autorizzazione al prelievo dei cinghiali. Un provvedimento assunto dal presidente dell’Atc a seguito della comunicazione dei carabinieri forestali circa episodi di foraggiamento degli animali selvatici.
La squadra si è rivolta all’avvocato Biante Secondari, che contesta il provvedimento nel merito e nella forma. Nel merito perché, argomenta il legale, i cacciatori della squadra sono estranei al foraggiamento dei cinghiali, come dimostrerebbe il fatto che nessuno di loro ha ricevuto comunicazione dai carabinieri forestali. Tra l’altro la responsabilità è eventualmente personale e non può essere penalizzata l’intera squadra.
L’avvocato Secondari contesta poi il provvedimento dal punto di vista formale, dato che la revoca è stata decisa dal presidente dell’Atc3 senza passare per altri organismi. E in periodo di prelievo (la caccia al cinghiale si è aperta in Umbria il 18 ottobre), con le autorizzazioni che vengono rilasciate dalla Regione e non dai singoli Atc.
Per questo, in attesa che il provvedimento di sospensione venga revocato, i cacciatori si sono rivolti in Procura.