Risposta all'interrogazione sul Piano straordinario fauna selvatica: obiettivo per l'Umbria 44mila abbattimenti l'anno. Poi il diverbio sulla gestione della caccia
Le divergenze più volte emerse sul tema della gestione della caccia tra il consigliere della Lega, Manuela Puletti, e l’assessore Roberto Morroni sono deflagrate in uno scontro aperto nell’ultima seduta del Consiglio regionale. Innescato dall’interrogazione presentata a fine agosto dallo stesso consigliere Puletti, insieme ai colleghi di partito Castellari e Mancini, con cui si chiedevano informazioni sulle modalità di adeguamento dell’Umbria al Piano straordinario di gestione e contenimento della fauna selvatica, in particolare dei cinghiali, predisposto dal Governo. Piano che poi è stato firmato dal commissario Caputo il 7 novembre, facendo superare molte delle norme previste dalla legge 157/92, in ragione del rischio sanitario legato alla diffusione della Peste suina africana (Psa).
Cinghiali, il Piano dell’Umbria
Morroni ha informato il Consiglio degli incontri avuti con il commissario Caputo, insieme al collega Coletto (la Sanità è infatti l’altro ambito coinvolto nella gestione del problema fauna selvatica). Ed ha annunciato che, sulla base di questi, sarà a breve varato il Piano regionale degli interventi urgenti. Che per l’Umbria, sulla base delle quote fissate dal Piano nazionale, prevede l’abbattimento di 44mila cinghiali l’anno, di cui 24mila nelle varie forme di caccia (braccata, girata, etc…), 10mila in selezione e 10mila con il controllo. Obiettivo annuale fissato dal prossimo anno sino al 2028, secondo l’arco temporale indicato dal piano nazionale.
Morroni ha poi ricordato che nel triennio 2019-21 in Umbria sono stati prelevati in media 21.855 cinghiali l’anno, di cui 18.630 nelle varie forme di caccia, 256 in selezione (numero basso perché la selezione è stata introdotta nel corso del triennio) e 2969 con il controllo.
Puletti: “Bene, ma…”
Nella sua replica Puletti ha ringraziato l’assessore Morroni per la puntualità della sua risposta e per le informazioni ricevute (l’interrogazione era stata appunto presentata a fine agosto). Ma non ha mancato di ricordare che, sulla base di quanto recepito anche nelle ultime settimane nei territori, occorre intervenire in ogni modo teso ad agevolare le forme di caccia per limitare la popolazione dei cinghiali in Umbria, rivedendo se necessario i regolamenti, effettuando una mappatura dei territori dividendoli in zone vocate e non, prevedendo in essi le più adeguate forme di caccia.
L’esponente della Lega ha quindi ringraziato la Giunta per il lavoro fatto sulla base delle novità introdotte dal Piano straordinario nazionale, ma ha invitato l’assessore ad “aggiustare alcune situazioni”, ascoltando le istanze che arrivano dal mondo venatorio e dalla Lega che, sulla base di queste, ha effettuato diverse proposte, come il prolungamento da tre a cinque mesi della caccia al cinghiale. Oppure a proposito della preapertura. “Accolga questi nostri consigli” ha detto ancora Puletti all’assessore, rivolgendo in chiusura un appello affinché nei tavoli tecnici ci siano anche membri degli Atc e delle associazioni venatorie. Insomma, la richiesta che arriva da Puletti, Mancini e Castellari è ancora quella di ascoltare le istanze che arrivano dal mondo venatorio.
L’ira di Morroni
Una critica politica che non è andata giù all’assessore Morroni. Che ha provato a intervenire nuovamente, ritenendo che nella sua replica il consigliere Puletti fosse andato oltre l’oggetto dell’interrogazione presentata. Ne è scaturito un botta e risposta a microfoni spenti, che ha costretto il consigliere Fora, la cui interrogazione era la successiva iscritta all’ordine del giorno, ad interrompere per qualche istante il suo intervento. Il tutto davanti alla governatrice Tesei, che sedeva accanto all’assessore Morronni, e con la presidente di turno, Fioroni, che faticava a chiudere la disputa sulla caccia.
La stretta di mano
Alla fine Puletti e Morroni hanno avuto modo di chiarirsi, chiudendo lo scontro con una stretta di mano. Che però non cancella le divergenze circa la gestione della caccia in Umbria e il ruolo dei cacciatori.