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Cinghiali e allevamenti, ecco il piano contro la peste suina

Cinghiali e allevamenti, la Giunta regionale ha approvato il piano 2022-26 contro la peste suina africana.

Il piano, proposto dall’assessore Coletto, è articolato in cinque ambiti principali di attività: sorveglianza passiva nelle popolazioni di cinghiali, sorveglianza passiva negli allevamenti di suini, controllo numerico della popolazione di cinghiali, verifica dei livelli di applicazione delle misure di biosicurezza e campagna di formazione ed informazione degli stakeholders (allevatori, cacciatori, personale che può venire a contatto con gli animali potenzialmente infetti).

Numero unico per segnalare il ritrovamento di carcasse

Inoltre è stato attivato un numero unico regionale per agevolare e supportare le segnalazioni di ritrovamento delle carcasse di cinghiale alle Aziende sanitarie competenti per territorio. Numerosi sono infatti gli episodi – soprattutto nel fine settimana – di carcasse di cinghiali che nonostante le segnalazioni sono rimaste sul posto per diversi giorni.

Psa, gruppo di lavoro tra assessorati

Formalizzato un gruppo di lavoro regionale per la peste suina africana e istituito il Tavolo interassessorile con rappresentanti del Servizio Foreste, Montagna, Sistemi naturalistici e Faunistica venatoria, del Servizio Energia, Ambiente e Rifiuti, dell’IZSUM (CEREP e Osservatorio Epidemiologico) e delle Aziende USL, con il mandato di dare seguito alle iniziative già prese a livello nazionale di coordinamento delle attività di gestione della fauna selvatica ed in particolare del cinghiale.

La peste suina africana

“La peste suina africana – ricorda l’assessore Coletto – è una malattia virale che, a livello internazionale, è riconosciuta come la minaccia più rilevante per l’intero settore suinicolo ed è presente sin dal 1978 in Sardegna e dal 2022 nel nord e centro Italia. Con la legge ‘n.29 del 7.4.2022’ le Regioni e le Province autonome sono state chiamate ad adottare un Piano regionale di interventi urgenti con l’obiettivo generale di ridurre il rischio di introduzione dell’infezione e migliorare la gestione del cinghiale nel territorio di competenza ed eventualmente facilitare l’applicazione delle misure previste in caso di emergenza da PSA”.