Ha inviato una pec, l’assessore regionale dell’Umbria Roberto Morroni, per informare che, “a fronte di ulteriori verifiche e approfondimenti sul piano normativo“, ha ritenuto opportuno rimodulare una delle proposte annunciate alla Consulta faunistico venatoria che si era riunita il 5 febbraio per trattare soprattutto il problema del proliferare di cinghiali nelle campagne umbre.
“In particolare – scrive l’assessore a proposito delle novità – quella riferita all’intervento diretto dell’agricoltore in possesso della licenza di caccia“.
Nella seduta della Consulta l’assessore Morroni aveva prospettato la possibilità di ampliare le occasioni di abbattimento da parte degli agricoltori, ovviamente di quelli in possesso di licenza di caccia, qualora questi rinunciassero agli indennizzi per i danni subiti.
Cinghiali, la svolta: l’agricoltore con licenza potrà sparare mantenendo i risarcimenti
Proposta che è stata modificata, appunto, dopo un confronto, soprattutto sulle norme, con gli uffici. “Nello specifico – scrive l’assessore – la nuova formulazione che viene introdotta prevede quanto segue: l’agricoltore dovrà rivolgersi all’Atc, il quale avrà non più di 48 ore di tempo bensì 4 per poter intervenire; trascorso questo lasso temporale l’agricoltore è autorizzato ad intervenire direttamente ed in tal modo mantiene il diritto degli eventuali danni causati dalla fauna selvatica“.
Caccia al cinghiale da novembre, dibattito aperto tra i cacciatori
L’assessore ha anche annunciato una serie di misure per il contenimento dei cinghiali che saranno concordate con il resto della Giunta, in attesa del Piano annunciato entro il mese di aprile.
Novità, quella relativa alla possibilità di abbattimento dei cinghiali da parte degli agricoltori senza perdere il diritto agli indennizzi, che sono state accolte molto positivamente dalle associazioni degli agricoltori.
E’ evidente che la norma annunciata dall’assessore Morroni dovrà essere inserita in un testo organico, che fissi le modalità di chiamata degli Atc, dell’intervento delle squadre dei cacciatori ed eventualmente del diretto abbattimento da parte del proprietario del terreno se in possesso di licenza. regole necessarie per evitare il rischio di “bracconaggio legalizzato” e soprattutto per garantire che le operazioni avvengano in assoluta sicurezza, essendo in deroga rispetto alle tradizionali attività di caccia al cinghiale.
Anche per discutere questi aspetti legati alla caccia al cinghiale i rappresentanti delle associazioni venatorie umbre si sono incontrati ieri pomeriggio a Spoleto.