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Cinghiale, allodole, deroghe: ecco le modifiche chieste sul Calendario venatorio

Non allungare i tempi di approvazione del Calendario venatorio dell’Umbria, che per grandi linee può ricalcare quello dello scorso anno. Le associazioni venatorie concordano con la Regione sulla necessità di evitare il rischio di nuovi ricorsi degli ambientalisti in prossimità dell’avvio dell’apertura.

Però, come richiesto dalla stessa Regione, nella seduta di giovedì della Consulta porteranno delle proposte di modifica, sulle quali, se non l’unanimità, c’è un’ampia convergenza.


Preapertura, cinghiale, deroghe:
così il prossimo Calendario venatorio


Cinghiale

La prima proposta, quella più sentita visti gli interessi in ballo, riguarda la caccia al cinghiale. La cui apertura continua ad essere motivo di divisione tra i cacciatori delle due province. E questo, nonostante la stagione dello scorso anno abbia dato delle indicazioni tecniche abbastanza chiare. A Terni molti cacciatori chiedono che la caccia al cinghiale inizi il primo novembre, mentre a Perugia i più sono orientati per un avvio ad ottobre.

Corvidi

Si chiede di aggiungerli in preapertura, senza che vengano ridotti i tempi di prelievo venatorio nel resto dell’anno.

Moretta e moriglione

Secondo i cacciatori, la moretta, in base agli studi scientifici, può essere aggiunta alle specie cacciabili.

Per il moriglione, si pensa ad un’aggiunta in una forma di prelievo conteggiata, come avvenuto per la tortora.

Allodola

I cacciatori evidenziano la necessità di un piano di gestione dell’allodola, per evitare che anche per questa specie vengano progressivamente introdotte forme di limitazione. E questo alla luce della trasformazione del territorio italiano.

Deroghe

Infine, si ritiene che le deroghe, a partire dallo storno, dovrebbero trovare spazio nell’articolazione del Calendario venatorio, per venire incontro alle esigenze degli agricoltori, alle prese con specie dannose e sempre più presenti.