Sono (o sono stati, nel caso di chi è in pensione) direttori d’industria, dirigenti di Enti ed aziende pubbliche, medici. Dipendenti, pur con ruoli di grande responsabilità, “quadri” come si dice in gergo. E con stipendi o pensioni importanti, perché adeguati alle responsabilità del loro impiego. “Lavoratori, pur con un’elevata professionalità, e non amministratori delegati o paperoni“, ci tengono a sottolineare.
Ed oggi, riuniti intorno alla confederazione Cida (sigla che riunisce Federazioni: Federmanager, Manageritalia, FP-CIDA, Cimo, Sumai Assoprof, Sindirettivo, Fidia, Federazione Terzo settore Cida, Fenda, Saur, Sindirettivo Consob), in un momento in cui c’è una rincorsa anche populista al taglio delle poltrone, dei compensi e delle poltrone d’oro, e dove addirittura si auspica il ricorso al sorteggio per assegnare incarichi gestionali di responsabilità (nel pubblico), agli umbri che il 27 ottobre andranno al voto ed agli 8 candidati che si contenderanno nelle urne il ruolo di presidente della Regione Umbria, vogliono mandare un messaggio ben chiaro: noi ci siamo ed abbiamo idee, competenze ed esperienza per contribuire a creare un’Umbria migliore.
“Chiediamo alla politica una svolta: serve un progetto sinergico con tutti gli attori sociali, un approccio manageriale che coinvolga gli operatori pubblici nonché quelli privati per offrire nuove opportunità al tessuto socio economico della nostra regione. Indispensabile è il dialogo e la condivisione e anche il coinvolgimento della comunità manageriale. Gli iscritti Cida sono disponibili a collaborare fattivamente per un nuovo sviluppo regionale, che tenga conto delle potenzialità dell’Umbria in un quadro nazionale e globale”. È l’appello ai candidati alla Presidenza della giunta regionale – e di riflesso ai candidati delle liste dei partiti e delle liste civiche – lanciato da Cida, il sindacato che in Umbria rappresenta un migliaio di iscritti tra dirigenti e alte professionalità di tutti i settori socio-produttivi, pubblici e privati.
Una sollecitazione sollevata da Ferruccio Fiordispini, segretario regionale, durante la presentazione alla stampa, affinché la prossima legislatura si trasformi in una grande opportunità di svolta e di cambiamento. “L’Umbria in questi anni – è stato sottolineato – ha mostrato tutta la sua fragilità in termini di tenuta: è stata tra le prime regioni a subire gli effetti della crisi e sarà probabilmente tra le ultime a intraprendere la strada della ripresa. Si parla, non a caso, di regione più amalgamata al Sud del Paese che al Centro-Nord. Questa situazione di ‘declino conclamato’ rischia di divenire una costante irreversibile, con preoccupanti ricadute sull’intero sistema regionale”.
Quanto “all’ondata demagogica” che li vede additati in battaglie contro il taglio di compensi e pensioni, replicano: “Noi siamo i più grandi contribuenti, senza possibilità di evasione. Ma soprattutto, con le nostre professionalità ed esperienze siamo in grado di aiutare l’Italia“.
Il manifesto, i sette punti programmatici
Le loro idee sono riunite in una sorta di manifesto, indirizzato alla politica. Che si può sintetizzare in 7 punti.
Sviluppo: valorizzare e sviluppare le eccellenze e le competenze, con attenzione all’Università, alla ricerca e alla “green economy”;
Riequilibrio territoriale e ricostruzione: esaltare le vocazioni territoriali e le peculiarità dei centri storici, con priorità alla ricostruzione;
Sanità: ridefinire mission, risorse e competenze della sanità ospedaliera e territoriale, anche con forme di integrazione e aggregazione di specialisti sul territorio;
Agricoltura: sviluppare il miglioramento fondiario, superando in nodi burocratici; favorire la zootecnia con criteri di filiera; incentivare il “Km zero”;
Conoscenza: adeguare il sistema del sapere regionale alle esigenze di cambiamento e di efficienza; arginare la “fuga dei cervelli”;
Turismo: migliorare la presenza turistica, rafforzando l’identità regionale e il suo grado di accessibilità; potenziare la rete infrastrutturale e il sistema dei trasporti;
Priorità: utilizzare i fondi della Programmazione per rafforzare il sistema umbro: start-up, reti d’impresa, internalizzazione; coinvolgere le multinazionali nel rilancio dell’Area di crisi complessa Terni-Narni.
Idee che saranno rappresentate anche direttamente ai candidati presidente nel corso di vari incontri in programma.
Le sigle
Cida è la Confederazione sindacale che rappresenta unitariamente a livello istituzionale dirigenti, quadri e alte professionalità del pubblico e del privato. Le Federazioni aderenti a Cida sono: Federmanager (industria), Manageritalia (commercio e terziario), FP-Cida (funzione pubblica), CIMO (sindacato dei medici), Sumai Assoprof (Sindacato Medici ambulatoriali), Sindirettivo Banca Centrale (dirigenza Banca d’Italia), FIDIA (assicurazioni), FENDA (agricoltura e ambiente), Federazione 3° Settore (Sanità non profit), SAUR (Università e ricerca), Sindirettivo Consob (dirigenza Consob).