Ciao Poldo,
è passato un anno da quando te ne sei andato, in punta di piedi. Sorprendendo così, ancora una volta, quanti ti conoscevano e avrebbero scommesso che, se solo avessi potuto immaginare come si sarebbe trasformato quel maledetto 20 gennaio 2007, ti saresti allontanato sbattendo la porta.
Inutile dire, a Te poi che da lassù non sfugge nulla, cosa è successo qui a Spoleto, alle nostre vite, ai nostri progetti. E come non passi giorno che non ci sia un riferimento, una battuta, una citazione legata a te.
Non è stato sempre facile muoversi senza il nostro Capitano, anche se qualche insegnamento che ci hai lasciato, ci ha permesso di arrivare fin qui. Uniti come a quei tempi, anche di più e ancor più numerosi.
Ci siamo ritrovati per cercare un’idea, lo spunto migliore che potesse racchiudere tutti i nostri sentimenti. Ma ogni ricordo legato a Te, ogni Tua geniale trovata, non bastava da solo a colmare il vuoto. Scriverle tutte sarebbe poi inopportuno e forse non l’avresti neanche gradito. “Cose che capitano a voi vivi” avresti detto oggi, con un pizzico di cinismo.
E allora abbia la meglio il silenzio. Il suono del silenzio.
Ricordando così quell’incontro, in un ristorante del centro, quando due piccoli, grandi uomini si trovarono a consumare una cena fianco a fianco: te da una parte, Paul Simon dall’altra. Solo chi c’era ha visto con quali occhi hai vissuto quel fortuito incontro, emozionato come un bambino davanti a Babbo Natale. Tu che avevi girato il globo, che avevi incontrato Capi di Stato e Premier, che da Sindaco avevi gestito situazioni di emergenza dove le emozioni non potevano trovar spazio alcuno.
Emozionato sì, ma con la dignità di chi conosce il mondo e la musica come pochi altri uomini, con un pizzico di spavalderia da guappo napoletano che ti portò a rivolgerti a Simon, una volta riconosciuto, con un amichevole “Hey, Mister Robinson!”. Strappando anche a lui un sorriso.
Cali il silenzio ora.
Ci manchi,
La Tua Corazzata
IL SUONO DEL SILENZIO
Salve oscurità, mia vecchia amica
ho ripreso a parlarti ancora
perché una visione che fa dolcemente rabbrividire
ha lasciato in me i suoi semi mentre dormivo
e la visione che è stata piantata nel mio cervello
ancora persiste nel suono del silenzio
Nei sogni agitati io camminavo solo
attraverso strade strette e ciottolose
nell'alone della luce dei lampioni
sollevando il bavero contro il freddo e l'umidità
quando i miei occhi furono colpiti dal flash di una luce al neon
che attraversò la notte… e toccò il suono del silenzio
E nella luce pura vidi migliaia di persone, o forse più
persone che parlavano senza emettere suoni
persone che ascoltavano senza udire
persone che scrivevano canzoni
che le voci non avrebbero mai cantato
e nessuno osava, disturbare il suono del silenzio
“Stupidi” io dissi, “voi non sapete
che il silenzio cresce come un cancro
ascoltate le mie parole che io posso insegnarvi,
aggrappatevi alle mie braccia che io posso raggiungervi”
Ma le mie parole caddero come gocce di pioggia,
e riecheggiarono, nei pozzi del silenzio
e la gente si inchinava e pregava
al Dio neon che avevano creato.
E l'insegna proiettò il suo avvertimento,
tra le parole che stava delineando.
e l'insegna disse “le parole dei profeti
sono scritte sui muri delle metropolitane
e sui muri delle case popolari”.
E sussurrò nel suono del silenzio