In Cattedrale i toccanti messaggi dei compagni di Pierluigi Pescatori, lo studente morto a seguito di un incidente mentre andava a scuola
Stretti intorno alla bara, trattenendo a stento le lacrime, nel ricordo dei momenti trascorsi insieme. Così i compagni di classe hanno voluto dare l’ultimo saluto a Pierluigi Pescatori, il 17enne morto in ospedale per le ferite riportate a seguito dell’urto con un furgone che lo ha investito mentre stava per prendere l’autobus che lo avrebbe dovuto portare al Volta.
Pier, come lo chiamavano gli amici. E come lo hanno ricordato i compagni di classe nei commoventi messaggi letti durante la cerimonia funebre celebrata in Cattedrale a Perugia. Hanno parlato solo loro, per volontà della famiglia del ragazzo. Parole che hanno toccato il cuore dei tanti – familiari, parenti, amici, insegnanti, ma anche persone che non conoscevano Pierluigi e che sono stati toccati dalla sua storia – che hanno voluto salutare il giovane per il suo ultimo viaggio. Parole in cui è stata ricordata la caratteristica di Pierluigi: il suo sorriso, nonostante una vita segnata dalla perdita del padre.
“Mi domandavo dove trovasse la forza di sorridere ogni giorno, nonostante avesse perso il padre e si fosse trovato in una classe inizialmente ostile” ha detto Pietro. Che ha poi ha letto anche il messaggio della compagna troppo addolorata per raggiungere il microfono. “Non ti preoccupare per tua madre e tua sorella: ci saremo noi con loro” il messaggio della ragazza. Anche Emma ha ricordato commossa gli occhiali doppi che Pier usava per tenersi i lunghi capelli, in laboratorio, con il camice che gli dava quell’aria “da scienziato un po’ pazzerello”. E quel viaggio in Germania per l’Erasmus, che era il suo sogno. Le parole di Cecilia: “Sei stato il primo a parlarmi nel mio primo giorno in classe”.
Vicini, davanti al feretro, i due sindaci di Perugia e Torgiano, Romizi e Liberti, a rappresentare simbolicamente due comunità unite nel dolore e nella vicinanza alla sorella di Pierluigi e alla mamma, Diana. Accomunata dal parroco don Giuseppe, a pochi giorni dalla Pasqua, all’immagine della Madonna che tiene in braccio il corpo del Cristo, il figlio senza vita. Ricordandone la scelta di estremo amore, pur in un momento così doloroso, nel donare gli organi del figlio: “Hai permesso che la sua vita vivesse in altre persone, che non conoscerai mai, ma che sono carne che ti appartiene”. Quella generosità che la mamma e la famiglia di Pierluigi – da Capistrello, in Abruzzo, sono giunti anche la nonna e gli altri zii – hanno trasmesso a quel ragazzo solare, che se n’è andato in una mattina di marzo che doveva essere come tante altre, e che invece è stata segnata dalla tragedia per un incidente sul quale ancora ci si interroga.