Dopo la lettera di due mesi fa, in cui si denunciava una gestione deficitaria della Cia dell’Umbria (la Confederazione italiana agricoltori) un’ampia parte della Direzione torna a chiedere le dimissioni del presidente Matteo Bartolini.
Una richiesta presentata attraverso una nota stampa – che sarebbe supportata anche da numerosi associati, scontenti per una gestione che, denunciano, sta portando Cia Umbria “al collasso”.
Le nomine dei vertici della Bonificazione Umbra, del Gal Valle Umbra e Sibillini, la questione olivicoltura e in particolare quella del Consorzio olio Dop Umbria, fino alle vicende legate al mondo tabacchicolo e quello zootecnico: cinque dossier che avrebbero definitivamente incrinato i rapporti tra una larga parte della Direzione regionale della CIA Umbria e la presidenza del numero uno, Matteo Bartolini.
Divergenze insanabili che già un paio di mesi fa sono state portate all’evidenza pubblica attraverso una lettera di sfiducia firmata e protocollata dalla maggioranza della direzione regionale ma caduta nel vuoto. La stessa area che, corroborata dall’ulteriore sostegno arrivato ora da numerosi altri associati, chiede nuovamente che Bartolini lasci il suo incarico così da consentire un necessario – secondo i firmatari e gli associati coinvolti – cambio di rotta e di consenta all’associazione di recuperare il suo ruolo di protagonista nel mondo agricolo e nei tavoli di concertazione.
La nuova presa di posizione arriva all’indomani dell’ennesimo risultato insufficiente, “frutto del mancato coinvolgimento dei direttivi interessati e dell’assenza di un rappresentante del territorio” – si legge nella nota – riportato nelle recenti nomine al Gal Valle Umbra e Sibillini. Episodio che segue di poco l’altra tornata di nomine che ha visto Cia arretrare vistosamente nella partecipazione attiva sui tavoli agricoli che contano, ovvero l’indicazione dei vertici della Bonifica Umbra.
Così, alcuni membri della Direzione e numerosi associati tornano ora alla carica vista, a loro dire, “l’insostenibilità di una situazione” macchiata dalla ingiustificata compromissione dei rapporti della gestione Bartolini con i vertici nazionali e uno strappo, doloroso, con i delegati territoriali nelle singole realtà umbre.
“Non c’è dialogo con i territori, continuiamo a perdere posizioni e iscritti, non c’è traccia di un programma di lungo periodo in grado di dare un segnale di speranza a tutti noi – spiegano gli agricoltori -. Siamo addolorati: molti tra di noi hanno 40-50 anni di appartenenza a questa associazione e hanno sostenuto Bartolini confidando nel suo operato, invece da mesi e mesi continuiamo ad assistere a un depauperamento di Cia, una continua erosione della rappresentatività, la perdita di un ruolo centrale sui tavoli di confronto con le Istituzioni e gli enti territoriali, senza dimenticare la rottura netta tra il vertice regionale e i territori”.
Da nord a sud, praticamente in tutti i principali centri agricoli umbri, all’interno di Cia si starebbe consumando un logoramento delle attività dell’associazione ed è per questo che, dopo la lettera di sfiducia rimasta inascoltata, larga parte della direzione regionale e associati rinnovano ora con forza l’invito a Bartolini a farsi da parte.
“C’è molto malessere in tutta la regione, eppure il presidente continua a fare finta di nulla nonostante sia venuta a mancare la fiducia da parte di larghissima parte della base associativa. – termina la nota – Non c’è più tempo da perdere, chiediamo nuovamente un passo indietro al presidente per il bene della nostra associazione ed evitare così che la situazione diventi irrecuperabile”.
Stessa identica richiesta già presentata con la citata lettera del 22 maggio scorso, indirizzata al presidente regionale CIA, via mail: “non gode più della nostra fiducia e si chiedono le immediate dimissioni”.
Medesime anche le motivazioni e in parte più dettagliate (“tabacco, zootecnia, filiera del nocciolo”), ma l’aspetto che sembra essere centrale nelle due richieste è la mancanza di comunicazione e visione: “si fa veramente fatica a intravedere un progetto politico, ma è chiara a tutti l’assenza di discussione interna e della centralità della nostra organizzazione sui tavoli decisionali”.
Una spaccatura politica che ora attende una replica da parte del vertice della Confederazione Agricoltori regionale.
Una risposta che tarda ad arrivare ai diretti interessati, ma che è stata molto solerte alla stampa.
Tempo solo due ore dall’arrivo della nota dei “dissidenti” alle varie redazioni, ecco arrivare una perentoria diffida alla pubblicazione della stessa dal titolo: “COMUNICATO STAMPA FALSO INVIATO ALLE REDAZIONI – DIFFIDA ALLA PUBBLICAZIONE”
Nella stessa si spiegava come la comunicazione inviata alla stampa non fosse stata autorizzata dalla CIA, questione che sembra ovvia visto che ne contesta l’operato, con un richiamo al reato di diffamazione a mezzo stampa che sembrava più un monito ai giornali che una difesa da un attacco ritenuto ingiusto.
“La Cia Umbria e la sua Direzione, compreso il Presidente Bartolini, diffida i giornali alla pubblicazione di tale documento falso e tendenzioso, senza alcuna credibilità ed evidentemente scritto e inviato senza l’approvazione della stessa direzione (atto gravissimo e irresponsabile che trova riscontro nel reato di diffamazione a mezzo stampa – art. 595 c.p).”
Ritenuto, con riscontro, che la nota fosse comunque testimonianza di una rottura all’interno della CIA regionale, e quindi una notizia di interesse per la comunità, la nostra testata ha ritenuto di pubblicarne i contenuti.
Ancora una volta rapidissima la reazione dell’ufficio stampa della CIA regionale che con nuova mail, ci ha intimato la rimozione dell’articolo, perchè “Nonostante la diffida che vi è stata inviata ieri, la testata ha pubblicato la notizia”. Stabilendo inoltre, con una qualche traslazione di professionalità, che la stessa pubblicazione“trova riscontro nel reato di diffamazione a mezzo stampa – art. 595 c.p, e il nostro ufficio legale sta già proseguendo in questa direzione”.
“Qualunque replica di CIA Umbria in risposta alla nota di contestazione di cui sopra, avrebbe trovato (e troverà) adeguato spazio nelle nostre colonne, quando posta nei dovuti modi.
Ricordiamo all’ufficio stampa di CIA Umbria che un giornale non può cancellare un articolo già pubblicato. Allo stesso modo, dovrebbe essere a conoscenza del fatto che prima di minacciare querela a un giornale perché non “obbedisce” , ha diritto alla replica e anche alla rettifica, regolamentata dalla legge sulla stampa dal 1948. Ovvio, se esistono le condizioni per poterla richiedere.
A chi alza la voce e pretende di censurare argomenti che ritiene “scomodi”, la nostra redazione risponde invece con la propria professionalità e con la libertà garantita di poter informare i lettori su quanto accade sul territorio di cui si occupa.
Sara Cipriani – Direttore Responsabile