I consiglieri di Castello Cambia Vincenzo Bucci ed Emanuela Arcaleni hanno presentato un’interpellanza sulla chiusura della Rsa dell’ospedale di Città di Castello.
La Rsa (Residenza Sanitaria Assistita) che, a partire da maggio 2014, metteva a disposizione 16 posti, è stata chiusa nell’ambito della riorganizzazione della struttura tifernate, per far fronte all’emergenza sanitaria dovuta al Covid-19. Inserita al 3° piano dell’Ospedale, essa è una struttura finalizzata a fornire ospitalità, prestazioni sanitarie e assistenziali e di recupero a persone anziane e adulti non autosufficienti, con patologie cronicizzate, spesso non assistibili a domicilio per cause di tipo sanitario e/o socio-ambientali, e che non necessitano di ricovero nei reparti medici ospedalieri o nei centri di riabilitazione.
“Il Ministero della Salute nel 2007 – hanno sottolineato i consiglieri di Castello Cambia – ha chiarito che la prestazione elargita nelle Rsa si caratterizza di norma come ‘assistenza a lungo termine a persone non autosufficienti, distinguendosi dalle prestazioni svolte di norma in regime ospedaliero o in strutture extra-ospedaliere per la riabilitazione. Oltre a distinguersi dagli ospedali, perciò, sono differenti anche da case di cura, per pazienti con una patologia acuta, e case di riposo, per anziani parzialmente autosufficienti. Un servizio quindi importante che dà risposte a persone in difficoltà, e che nel contempo consente di non occupare impropriamente posti ospedalieri o Centri di Riabilitazione”.
La chiusura della RSA all’Ospedale tifernate ha generato un’evidente ed effettiva carenza di posti di degenza, generando una situazione di notevole disagio sia in pazienti così fragili che all’interno delle loro famiglie, trovatesi a dover gestire situazioni estremamente difficili
Per la Rsa, di cui con la realizzazione delle aree Covid al terzo piano dell’ospedale non è stata attuata un’esternalizzazione, si è proceduto alla collocazione dei pazienti presso il proprio domicilio, laddove possibile, o presso residenze protette, i cui posti letto complessivi disponibili sono stati aumentati di 6 unità ma “questi posti, – aggiungono Bucci e Arcaleni – collocati presumibilmente presso RSA di Umbertide, risultano decisamente inferiori a quelli di prima e insufficienti, dovendo accogliere le richieste di un territorio molto vasto“.
Bucci e Arcaleni chiedono a sindaco e giunta, “di rilevare attraverso ASL e Direzione Sanitaria, quale situazione stiano vivendo le famiglie con anziani precedentemente inseriti nella RSA tifernate, e se essi siano assistiti a domicilio o inseriti in altre Rsa; quante siano le richieste di assistenza e degenza presso RSA, attualmente non esaudite per mancanza di posti letto e quali aiuti stiano ricevendo le famiglie toccate dal prblema; di rendere noto se e quando sarà aperto di nuovo il servizio RSA pubblico, all’Ospedale o in altra struttura e con quanti posti; infine a fronte degli annunci della Regione sul potenziamento della rete assistenziale territoriale (12 milioni per assunzione personale per potenziare cure domiciliari, ndr), quale sia stato l’effettivo aumento di personale medico e infermieristico, a partire dal pre Covid fino ad oggi”.