“Con i progetti di ristrutturazione aziendale, sotto la bandiera dell’ottimizzazione dei servizi che in realtà nasconde solo l’esigenza di risparmio, si preferisce penalizzare i cittadini piuttosto che ridurre gli sprechi”. Queste le parole del Consigliere Provinciale PDL Giampiero Panfili che commenta la risposta dell’amministrazione circa la chiusura degli Uffici Postali di Strettura e di Beroide. “Nel dicembre 2012 ho presentato un’interrogazione sul tema e, nella seduta odierna del Consiglio, il Vice Presidente Aviano Rossi ha ricostruito la vicenda evidenziando come, nonostante l’Ente si sia attivato per aprire una trattativa al fine di salvare gli Uffici Postali di queste due realtà, proponendo addirittura il trasferimento di alcune gestioni, le stesse Poste si sono dimostrate irremovibili sulla decisione. Dei 100 Uffici Postali del territorio minacciati di chiusura, 40 sono irrimediabilmente condannati! Abbiamo più volte invitato i competenti responsabili di Poste Italiane in Commissione – continua Panfili – senza però ricevere risposta! La decisione di chiudere gli Uffici di Strettura e di Beroide è particolarmente odiosa se si considera che ad essere colpite sono due piccolissime realtà con una popolazione prevalentemente fatta di anziani, alcuni dei quali non hanno neppure la possibilità di spostarsi agevolmente verso presidi limitrofi. La progressiva perdita di servizi di prossimità dei piccoli centri ne aggrava pericolosamente la sistematica desertificazione, rischiando di creare veri e propri paesi fantasma. Esattamente il contrario di quello che viene da sempre dichiarato circa la necessità di valorizzazione dei piccoli borghi. Il servizio postale, ma non meno quello del trasporto pubblico, come anche quello della presenza delle farmacie (che ha già interessato Strettura), sono servizi anche di carattere sociale che non possono essere trattati solamente con la fredda logica del profitto costo – utenza! Una scelta del genere ha delle ripercussioni enormi sulle popolazioni interessate e, non è escluso, che si arrivi ad una mobilitazione.
Sul piano strettamente politico, invece, la vicenda evidenzia quanto l’Ente provinciale manchi di peso contrattuale e di autorevolezza: in primo luogo perché è assolutamente offensivo l’atteggiamento tenuto da Poste Italiane che ha letteralmente snobbato l’invito a confrontarsi in sede istituzionale non partecipando ad una Commissione convocata ad hoc, in secondo luogo perché non sono state nemmeno prese in considerazione le offerte avanzate dall’Ente”.