Consegnate 1800 firme al sindaco di Narni. Una petizione portata avanti da Spi, Cgil, Fnp, Cisl e Uil che oggi, giovedi 19 novembre, sono scesi in piazza per chiedere chiarimenti alle istituzioni riguardo i servizi sanitari fondamentali per il territorio.
1800 le firme raccolte fino ad oggi per la petizione proposta dai sindacati dei pensionati. Le richieste sono legate principalmente all’ospedale unico di Narni-Amelia, progetto che, pur essendo nei programmi da anni ormai, non riesce ancora a vedere la luce. Ma c’è molto di più: si richiede l’apertura del primo soccorso di Narni, nonché di alcuni dei reparti che sono stati chiusi e che, in questo momento di difficoltà sarebbero di estrema importanza per il territorio, ma anche la riapertura degli uffici Inps di Amelia e Narni, che al momento hanno chiuso i battenti e sono presenti per la comunità solamente online, con buona pace degli anziani che hanno serie difficoltà ad usufruirne.
“Siamo impegnati e non ci fermeremo qui, sabato faremo la stessa presentazione ad Amelia – spiega Riccardo Marcelli, responsabile Cisl Terni – Insieme a Cgil, Cisl e Uil metteremo in piedi un iniziativa per cui vengano riconvocati i sindaci del territorio, affinché queste rimostranze vengono poi riportate nei tavoli che decidono. Devono avere la capacità di capire quali sono le esigenze e le necessità di questo territorio. Non possiamo avere una sanità ha tre velocità i un territorio come il nostro.”
“L’ospedale unico di Narni-Amelia è quel salto di qualità che serve al nostro territorio per garantire la risposta alla domanda sanitaria – spiega il Sindaco De Rebotti – È una vicenda che riguarda l’intero territorio ternano. È importante – spiega il sindaco – il tema degli attuali presidi ospedalieri. Ho ribadito più volte che in questa fase I nostri ospedali, in particolare quello di Narni che è dotato di 3 sale operatorie, possono e devono essere dei presidi che danno un contributo straordinario in questa fase di emergenza sanitaria. Mentre abbiamo tutte le strutture di alta specialità in Umbri fortemente interessate dalla vicenda Covid, i nostri ospedali potrebbero essere utilizzati ad esempio per organizzare una chirurgia programmata che permetta di continuare a dare risposte dal lato chirurgico e ambulatoriale a tutte quelle persone che affette da altre patologie hanno bisogno di continuità nella cura e nella risposta sanitaria”.
di Alessia Marchetti