Tutta l’Umbria unita contro la chiusura delle filiali di banca. E’ quanto accaduto ieri mattina – 22 maggio – a Castel Ritaldi dove, alla protesta promossa dal sindaco, Elisa Sabbatini, contro la chiusura della locale filiale della Banca Desio, c’era anche Anci Umbria.
Il sindaco Elisa Sabbatini sta portando avanti la sua battaglia da mesi: “Ho cercato con i vertici della banca un dialogo e una risoluzione positiva per i nostri cittadini, per la nostra città e per quelle limitrofe, che non è arrivata. Ho promosso una raccolta firme contro la chiusura che è proseguita anche questa mattina. Le firme raccolte tra lo scorso lunedì mattina e questa mattina sono oltre 400. Mi sono appellata al buon senso di chi governa le banche, perché questo serve: il buon senso di non lasciare intere comunità isolate, piegate, private di quel minimo di servizi che contribuiscono a renderle competitive e attrattive, e che, insieme ad altri servizi, arrestano lo spopolamento.
I piccoli comuni, che sono la maggioranza nel nostro paese, concorrono, con dignità e operosità, al prodotto interno lordo e sebbene siano piccoli per dimensioni, sono grandi per le potenzialità che possiedono ed esprimono. Essere piccoli non significa essere da meno delle grandi città, né avere meno diritti. Veniamo penalizzati ingiustamente e con questa protesta, unitamente alla raccolta firma, vogliamo riaffermare i nostri diritti”.
Il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini insieme ad altri sindaci umbri, al presidio, ha preso parte all’evento dimostrativo promosso dal sindaco Sabbatini, alle 11.30 in Piazza Partigiani, nella Frazione de La Bruna. E’ intervenuto anche il segretario generale di Anci Umbria, Silvio Ranieri, il senatore Luca Briziarelli, il consigliere regionale Valerio Mancini, una rappresentanza del sindacato bancario della Fabi e della Uil, a fianco di questa battaglia sin dall’inizio, e tanti cittadini.
“Quando chiude, in un comune, un servizio, essenziale o pubblico che sia – afferma il presidente ANCI Toniaccini – è una perdita per l’intera regione. La protesta si svolge a Castel Ritaldi, ma il problema delle chiusure, della desertificazione delle banche è drammaticamente diffusa, non solo in Umbria, ma in tutta Italia. Si stanno perdendo di vista i veri capisaldi delle nostre comunità che sono fatte di persone e servizi. La presenza di filiali bancarie è un servizio imprescindibile per il cittadino. La loro chiusura rappresenta un depauperamento intollerabile dei territori. Ciò è ancora più grave, perché la chiusura avviene soprattutto, ma non solo, in piccoli comuni, con una popolazione per lo più anziana, con collegamenti internet e di trasporto pubblico scarsi. In primo piano, c’è una questione di chiusura di servizi, ma non possiamo dimenticare che c’è anche una questione di posti di lavoro e, in un periodo così difficile, sotto tanti punti di vista, questo tipo di operazioni sono ancora più gravi. E, non da ultimo, c’è una questione sociale sui territori che va ben oltre qualunque tipo di logica e di politica si scelga di attuare”.
“Prendiamo atto, con rammarico, che la manifestazione tenutasi a Castel Ritaldi per denunciare la chiusura dell’ultimo ed unico sportello bancario presente sul territorio, non fosse estesa a tutte le sigle sindacali, dal momento che, la First CISL, che ho l’onore di rappresentare, non è stata inviata”. Questo quanto dichiarato a margine della manifestazione da Francesco Marini, Segretario generale First CISL
“Una constatazione amara, soprattutto perché esclude chi, come noi, in questi anni, è stato sempre in prima linea nella battaglia per difendere la presenza dei servizi bancari, in tutte le piccole e medie realtà regionali. Ci dispiace non aver partecipato, anche perché, a fronte di una parata di politici, anche di rango regionale, che a suon di selfie, si sono ritrovati a Castel Ritaldi, avremmo colto l’occasione per chiedere come mai solo oggi ci si accorge degli effetti che, alcune importanti operazioni bancarie, hanno determinato nella nostra regione. In questi anni, con numerosi articoli ed interventi, abbiamo denunciato e chiesto pubblicamente alle istituzioni regionali, per la verità, dei diversi schieramenti politici, di incontrare le forze sindacali su alcune importanti e delicate questioni che hanno interessato gli istituti di credito del territorio. In ordine di tempo, l’ultima e più eclatante ha riguardato la vicenda della Cassa di risparmio di Orvieto, ma ne potremmo citare altre.
Tuttavia, dalle istituzioni, purtroppo, non abbiamo mai ricevuto risposta. Come sempre, poi, si prova a chiudere la stalla, quando i buoi sono usciti. Siamo pertanto solidali con i cittadini dei territori ( Castel Ritaldi è uno, ma non l’unico) che stanno vivendo il disagio provocato dalla chiusura di uno sportello bancario. E ci continueremo a battere nelle sedi opportune affinché si trovino soluzioni che invertano questa prassi sempre più di moda.
Ma dobbiamo anche constatare che questi episodi non sono la causa, ma l’effetto di tante scelta, di cui, chi poteva e doveva, non si è occupato.