Foligno

Chiusure, Amoni: “La misura è colma, siamo stanchi”

Commercianti sul piede di guerra, dopo le ennesime chiusure. Si fa portavoce di questo malumore Aldo Amoni, presidente di Confcommercio Foligno. “La misura è colma, basta con queste scelte di chiusure a singhiozzo e senza i risultati sperati“.

Amoni: “Chiusure sbagliate”

Nonostante le chiusure – dice Amonii contagi sono aumentati, quindi le scelte fatte sono state sbagliate, hanno mess le imprese in ginocchio, abbandonate a loro stesse. Anzi, si chiude in prossimità di un evento come San Valentino, che sarebbe stato utile per qualche vendita. Ma non solo, oltre al danno la beffa. Non tutti sono chiusi: solo abbigliamento, pelletteria, calzature, merceria per la casa e pochi hanno ricevuto ristori“.

La fotografia dell’economia

Amoni si concentra anche sul settore enogastronomico e alberghiero, “chiuso da quasi un anno escludendo i due mesi estivi. Le poche aperture,
comunicate poche ore prima, senza dare la possibilità di organizzarsi per 
gli acquisti, sono decisioni sbagliate a dimostrazione della mancanza 
di rispetto nei confronti delle imprese che producono reddito, per gli 
enti pubblici con il pagamento delle tasse e tariffe, e lavoro con i propri dipendenti, oggi in cassa integrazione percependo solo il 50%/60% del proprio stipendio, una vergogna. Il responsabile o i responsabili di queste ordinanze, che hanno ridotto l’economia alla povertà e alle chiusure (negli ultimi mesi del 2020 nel  territorio folignate quasi 100 cessazioni) deve pagare
“.


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Le richieste di Confcommercio

Quindi le richieste di “ristori, di revisione della tariffa Tari, l’allungamento fino al 30/9/2021 del 60% di credito d’esercizio per gli affitti, interventi presso le banche per modificare la valutazione delle imprese per il credito. annullamento della tassa di occupazione del suolo pubblico per il periodo estivo, l’annullamento della tassa di pubblicità“.

L’incontro di venerdì

Anche di questo, con ogni probabilità, si parlerà venerdì, quando è stata convocata una riunione delle associazioni di categoria del terziario, “per stabilire quale azioni intraprendere nei confronti di chi decide della vita delle imprese. Se mi fai stare chiuso – dice Amoni – mi devi pagare.Se mi procuri dei danni mi devi risarcire. Inoltre si potrebbe anche creare una cosa simile alla cassa integrazione per le imprese“.