Categorie: Cronaca Perugia

Chiuso il Turreno, l’ufficiale giudiziario mette i sigilli allo storico locale perugino.

Sa.Mi.

L'unica cosa certa è che qualsiasi attività prenderà il suo posto per lungo tempo non cambierà il modo di dire di perugini e non: “ci vediamo davanti al Turreno”, diventerà forse “ci vediamo davanti all'ex Turreno”, ma l'istituzione che da 40 anni è stata abitudine imprescindibile del capoluogo sarà difficile da cancellare.

La chiusura- Lo storico bar di piazza Danti, è stato chiuso sabato mattina da un ufficiale giudiziario. Con tanto di cambio di serratura la proprietà ha così deciso di risolvere le pendenze arretrate relative ai canoni di affitto, che a quanto pare da anni pendevano sulle spalle dei gestori.
La brutta sorpresa– Gli stessi gestori, i fratelli Gargiulo non si aspettavano il blitz dell'ufficiale giudiziario, che ha di fatto ha creato un vero e proprio “caso” anche tra gli amministratori locali.
La notizia corre sul web, la solidarietà dei clienti– La notizia si è diffusa dapprima tra le vie del centro per poi dilagare sul web, sulla pagina facebook del locale non mancano i messaggi di rammarico dei tanti avventori dello storico locale “ Per una città i luoghi di aggregazione sono importanti, ma i luoghi di aggregazione come il Caffè Turreno sono vitali. Un crogiuolo di storie, aneddoti, personaggi…l'anima di una comunità. Intanto, Fabio, Vittorio, Patrizia, Sara… grazie per tutto, grazie per aver resistito. Noi ci abitueremo a prendere altri caffè e altri aperitivi, sapendo che Perugia ha perso una cassa di risonanza e delle voci libertarie vive per decenni”. E ancora “un pezzo di vita che si perde….serate indimenticabili….storie, situazioni, gioie e paranoie….è un vero peccato!!”. Sono solo alcuni dei messaggi.
Le reazioni della politica- Ad esprimersi sull'accaduto il partito di Rifondazione Comunista, circolo di Perugia Centro, il comunicato firmato da Fabrizio Cerella: “ La chiusura del Turreno è una pessima notizia per la nostra città, una notizia che ci rattrista soprattutto per la storia densa di significati politici e culturali che in quello spazio hanno trovato un luogo di lotta e di confronto. Il Turreno è stato il luogo di incontro clandestino dei comunisti e degli antifascisti perugini, è stato lo spazio di ritrovo anche per dibattiti e scontri della sinistra diffusa della nostra città. Pensiamo che questa storia debba continuare, al di là di certa retorica da “de profundis”. Certo, è sconfortante pensare ad esempio al dibattito che si è aperto sul possibile trasferimento di una caserma di carabinieri all'interno dell'Università, quando proprio dall'Università, dalle sue intelligenze potrebbero ripartire quelle indispensabili iniziative culturali e sociali contro l’idea di una Perugia chiusa, spaventata e blindata.
Occorre invece una nuova visione della città in grado di mobilitare intelligenze e passioni per un vero processo partecipativo in grado di avanzare proposte concrete ed alternative. La prossima definizione del piano del commercio, così come alcuni progetti urbanistici di riqualificazione in discussione sono occasioni vere soprattutto per la sinistra per rilanciare in maniera unitaria una nuova idea di Perugia. Un'idea di socialità, di cultura che parta dalla riappropriazione del territorio e dei beni comuni rompendo con il blocco di potere che intorno alla rendita urbana si è consolidato. È vero, il quadro nazionale non aiuta Perugia, anzi, i tagli del governo Monti aggravano pesantemente la situazione, ma proviamo a costruire una controtendenza. Questo è possibile a condizione che la sinistra sappia giocare oggi per Perugia quel ruolo che ha avuto e dovrà continuare ad avere al Turreno e non solo. Una sinistra per Perugia, unitaria, fatta di partiti, di associazioni, comitati che possono rianimare insieme un punto di vista, una sinistra che già oggi ha idee largamente condivise sulla città. Dal piano “rifiuti zero”, al rilancio del trasporto pubblico, dalla ripubblicizzazione dell’acqua, alla lotta all'evasione fiscale, dall’abbandono della politica delle grandi opere, alla riqualificazione degli spazi pubblici, dal rilancio dei servizi sociali, alla produzione e fruizione diffusa della cultura. Questo confronto è ancora possibile e tutto da fare. Facciamolo insieme. Lo dobbiamo a Perugia. Perchè la chiusura del Turreno e il susseguirsi di proposte deliranti sulla nostra nostra città sono fatti politici, sociali e culturali che devono e possono essere affrontati da una sinistra unita, plurale ed incisiva.”