Prima c'erano stati i sigilli al Turreno, da domani ci saranno le saracinesche abbassate al Caffè di Perugia. Così il capoluogo perde un'altro dei suoi punti di riferimento. Crisi dichiarata anche in questo caso, partita con la cassa integrazione per quei 13 dipendenti che si ritroveranno senza lavoro. Così dopo le luci e i lustrini di Eurochocolate la città ripiomba nella sua realtà, fatta di attività che chiudono o che sono in procinto di farlo. Con le attività se ne vanno pezzi di storia di cittadina, vere e proprie istituzioni della vita sociale, come l' ultima ortolana del centro che ha chiuso i battenti ad agosto.
Il dibattito – Nel frattempo la politica si confronta e si scontra, a volte anche il suo stesso interno su tema della rivitalizzazzione del centro storico. Per qualcuno la soluzione sta nei grandi eventi commerciali, o nell'apertura dei megastore come nel caso del dibattito intestino all'Idv sulla kermesse del cioccolato. E proprio l'Idv torna a farsi sentire su questo tema . “La chiusura del Caffè di Perugia racconta una città molto diversa dall'allegro luna park di questi giorni”. Franco Granocchia, responsabile dell'Italia dei Valori di Perugia, commenta l'ennesima chiusura di un locale di prestigio nel salotto buono della città. “Certo, esiste la crisi economica – prosegue Granocchia – ma non si spiega perché i centri storici di tante città si presentino come posti accoglienti, pieni di vita, mentre Perugia vede tirare giù una dopo l'altra le saracinesce dei luoghi più caratteristici. E' la prova evidente e impietosa della cattiva gestione del centro storico, ormai utilizzato solo per iniziative spot che apparentemente alleviano i conti in rosso degli esercizi ma che non restituiscono un minimo di fascino alla nostra città. Questa gestione commerciale del centro storico va immediatamente abbandonata (e non incoraggiata, come intende fare il Comune adibendo a spazio commerciale il Turreno e trascurando i mille angoli suggestivi che gravitano attorno alla Fontana e a Corso Vannucci), affidandola a personalità più sensibili, capaci di valorizzare al meglio le grandi potenzialità espresse da Perugia negli anni scorsi”.
Il futuro incerto – Adesso gli ormai ex dipendenti del Caffè di Perugia aspettano speranzosi un compratore, voci parlano di una cordata che starebbe valutando l'acquisto, oppure di un nome noto della vita economica perugina che potrebbe ragionare sulla presa in gestione dello storico bar, ristorante ed enoteca. Resta il fatto che fino a dicembre questi 13 dipendeti avranno la cassa integrazione, poi chissà.