Senza più il posto di lavoro ma anche senza ammortizzatori sociali. Rischia di essere ancora più drammatica la situazione dei dipendenti del supermercato Carrefour di Cascia, che dopo il terremoto non riaprirà i battenti. Per i lavoratori l’unica alternativa al licenziamento prospettata sarebbe quella del trasferimento a Roma. A denunciare la situazione di circa dieci famiglie, ora senza più lavoro, era stato il sindaco della città di Santa Rita, Mario De Carolis. Ora, però, a rivelare ulteriori pesanti risvolti sono le organizzazioni sindacali di categoria.
Dopo il 31 dicembre, infatti, i dipendenti del Carrefour casciano rimarranno anche senza ammortizzatori sociali: in quella data infatti scadrà la cassa integrazione, che interessa una decina di lavoratori. Rispetto a questa situazione, Filcams Cgil e Fisascat Cisl hanno più volte richiesto incontri alla proprietà per conoscerne le intenzioni e comprendere quindi il destino del personale dipendente. “L’azienda non ha mai risposto né a noi né alle istituzioni locali – spiegano Cristina Taborro (Filcams) e Simona Gola (Fisascat) – ora però che mancano pochi giorni alla fine degli ammortizzatori (31 dicembre) è assolutamente necessario fare chiarezza. Per questo – continuano le due sindacaliste – abbiamo interessato le nostre federazioni nazionali, visto che la proposta in campo ad oggi in alternativa al licenziamento, cioè quella di un ricollocamento del personale di Cascia nei negozi di Roma è assolutamente improponibile. Se c’è davvero la volontà di salvaguardare il lavoro – concludono Taborro e Gola – perché non ricollocare il personale nei negozi più vicini di Terni e Rieti?”.
Una situazione ancora più pesante per delle famiglie che hanno subìto il dramma del terremoto. Come evidenzia il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia. “Mantenere alta l’attenzione sulle zone terremotate – evidenzia – significa in primo luogo difendere il lavoro che in quelle zone esiste, per questo riteniamo grave la scelta del gruppo Carrefour di lasciare Cascia, nel cui punto vendita prima del sisma lavoravano 9 persone che oggi vedono fortemente a rischio il proprio posto di lavoro”.
“Vogliamo interloquire con l’azienda, che fino ad ora non è si è dimostrata disponibile – continua Ciavaglia – per costruire insieme una soluzione che non impoverisca un territorio già fortemente in difficoltà, che si vedrebbe privato di un servizio per la cittadinanza. Ma bisogna fare in fretta, vista la prossima scadenza degli ammortizzatori sociali a fine anno – conclude Ciavaglia – percorrendo in primo luogo la strada della riapertura dell’attività in loco (individuando una nuova sede per il negozio), o comunque cercando soluzioni che non penalizzino le lavoratrici e i lavoratori di Cascia”.