Dieci anni di carcere sono stati chiesti per F.C., lo spoletino di 32 anni arrestato perché ritenuto a capo di un colossale traffico di hashish tra Spagna e Italia. La richiesta di condanna è stata fatta ieri mattina dal pm Giuseppe Petrazzini, al termine del processo con rito abbreviato che è stato richiesto anche da tutti gli altri imputati, implicati nell’inchiesta dei carabinieri di Spoleto che portò lo scorso anno ad una decina di arresti.
Tra loro appunto F.C. e la fidanzata B.T. che poi si sono sposati mentre erano entrambi in carcere. Per gli altri nove imputati le richieste di condanna vanno dai 4 ai 15 anni. Nel maggio dello scorso anno i carabinieri avevano beccato l’arrivo di un carico di 25 chili di hashish a bordo di una Renault Megane. Un fiume di droga che avrebbe fruttato centinaia di migliaia di euro di guadagni illeciti, con qualcosa come 315 mila dosi.
In quell’occasione era stato lui a spiegare agli inquirenti che si quel carico erano suoi solo sette chili. Del resto lui non nascose mai i suoi traffici illeciti, “Traffico co lu fumo – diceva intercettato – non è che manco lu venno perché non è che c’ho… che vendo dieci grammi, capito che te voglio di? Ce guadagno sempre li sordi, perché quando qui se smovono 50 chili..capito? Se famo 10 chili so 7mila euro, eh.. su 50 chili so.. fa un po’ 7 per 5.. so 35 mila euro a lu mese.. Fa conto 5-6 mila euro me li fumo, 15mila euro al mese me partono per le spese del tribunale”.
Ad inguaiarli tutti ci pensò un corriere spagnolo, quella donna – la cui posizione è stata stralciata – che, beccata dai militari, spifferò nomi, organizzazione, incarichi e conti degli «affiliati».
Secondo quanto appurato, la banda raccoglieva i soldi e poi, anche tramite persone che hanno collaborato solo in alcuni episodi, faceva il viaggio dalla Spagna.
Poi, una volta in Umbria, la droga– hashish per decine e decine di chili ogni viaggio, ma anche cocaina – veniva stoccata in un garage di Perugia in attesa di essere smistata. Affari a tantissimi zeri.
Sempre F.C., ancora una volta in un’intercettazione, diceva “gliel’ho detto questo, se vende, gli ho fatto alla fine ogni settimana so 20,22.. ha fatto 3mila euro al giorno”. Gli indagati sono difesi, tra gli altri, dagli avvocati Franco Libori, Nicola Di Mario, Michele Nannarone, Vincenzo Bochicchio, Francesco Mattiangeli, Daniela Paccoi e Donatella Panzarola.