E’ stato condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa) per abuso d’ufficio il pm Vincenzo Ferrigno, attualmente in servizio presso la Procura della Repubblica di Spoleto, al centro di una spinosa vicenda risalente a quando era sostituto procuratore a Firenze. Il magistrato, secondo le accuse, avrebbe utilizzato il suo ruolo per chiedere illegittimamente gli arresti domiciliari del marito di quella che nel frattempo sarebbe divenuta la sua amante.
I fatti sarebbero avvenuti tra il 2015 e il 2016, quando una donna aveva denunciato il marito per maltrattamenti in famiglia e minacce. Il fascicolo della Procura in merito a tali ipotesi di reato era stato assegnato al pm Ferrigno, che però alla fine aveva chiesto per ben due volte l’archiviazione dell’inchiesta, con il giudice per le indagini preliminari che ogni volta però aveva rinviato gli atti al pm per un supplemento d’indagine. Era stato a quel punto che, cambiando radicalmente atteggiamento, il sostituto procuratore aveva chiesto addirittura gli arresti domiciliari per l’indagato (misura cautelare che era stata respinta però dal giudice).
Secondo quanto emerso successivamente, con l’uomo indagato che aveva addirittura assunto un investigatore privato ed aveva poi denunciato tutto ai colleghi del pm, nel frattempo Ferrigno avrebbe intrecciato una relazione amorosa con la donna denunciante. Così sotto inchiesta era finito lo stesso sostituto procuratore, nel frattempo approdato alla Procura di Spoleto, che ora è stato condannato in primo grado dal Tribunale di Genova a 8 mesi di reclusione, con pena sospesa. I suoi difensori, che ora attendono le motivazioni della sentenza, hanno già annunciato ricorso in appello.
Nei mesi scorsi lo stesso pm era stato raggiunto anche da una sanzione disciplinare da parte del Consiglio superiore della magistratura.