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Chiesa di San Benedetto dei Condotti, Adisu la rende pubblica

Un patrimonio storico e culturale “altrimenti invisibile“: una chiesa, quella di San Benedetto dei Condotti a Perugia, restaurata e recuperata per essere restituita a chi volesse visitarla, o usarne le stanze attigue all’interno dell’ex monastero di via Benedetta, oggi sede dell’Adisu, l’Agenzia per il Diritto allo Studio della Regione Umbria. La chiesa di San Benedetto si mostra oggi nel suo splendore, dopo la manutenzione cominciata già negli anni ’80 e terminata negli ultimi mesi. Il restauro ha interessato in particolare il campanile, gli affreschi e il risanamento strutturale delle volte. Il tutto finalizzato ad una “consapevole rifunzionalizzazione dello spazio, affinché questo possa essere restituito alla memoria della città“.

Pensieri raccolti nel primo opuscolo della collana intitolata “Luoghi da condividere“, che racconta della storia e dell’arte della chiesa di San Benedetto, luogo “di straordinaria bellezza, custode di una parte della nostra memoria“. Un lavoro certosino, coordinato dall’Adisu e dall’Accademia delle Belle Arti di Perugia “Pietro Vannucci”, e redatto dai professori del dipartimento di Ingegneria Civile e Ambientale, Paolo Belardi, Fabio Marcelli e Valeria Menchetelli. Nel primo numero della collana è anche ricordato come la Regione Umbria, insieme all’Adisu, hanno intrapreso negli ultimi anni un percorso di recupero e riqualificazione del sistema delle residenze universitarie: il Collegio Ermini (già casa della Studentessa) in Corso Garibaldi, l’Itaca International College in via Innamorati, sono alcuni degli esempi che si affiancheranno ai futuri interventi negli studentati, a partire dai prossimi lavori in via Faina. Quello della chiesa di San Benedetto dei Condotti è “un intervento che l’Adisu ha fortemente voluto – ha detto il commissario dell’ente, Maurizio Oliviero – affinché possa essere restituito alla piena fruizione della città non solo come sala multifunzione che, in quanto adiacente alla Chiesa – consente la piena valorizzazione di questo bene culturale, sempre più meta di quanti, turisti e cittadini, visitano la città”.

Nella sua struttura, la chiesa di San Benedetto dei Condotti è caratterizzata da una “singolare spazialità di impronta tardogotica – dicono gli autori del libricino – costituita da una navata centrale e da quattro cappelle laterali poligonali. Una successione di cinque volte a crociera conduce dalla navata centrale al transetto, su cui si apre l’abside poligonale. A sud-est la composizione è conclusa dal campanile in laterizio, il cui disegno sarebbe attribuibile, secondo alcune fonti, a Galeazzo Alessi”. La chiesa, già di Santa Maria Novella, fu fondata agli inizi del XV secolo dagli Agostiniani, poi affidata alle Brigidine, di cui si conserva la rara Visione di Santa Brigida. Nel XVII secolo, il monastero passa alle Silvestrine, e da loro fu intitolato a San Benedetto, fatto testimoniato dagli affreschi nelle lunette dedicati alle devozioni monastiche femminili.

All’interno della Chiesa, si notano gli affreschi del pellegrino in adorazione di San Giacomo, di San Secondo, giovane cavaliere che mostra la spada e la palma del martirio, di Sant’Agostino del XV secolo, con la tonaca e la cintura di pelle nere proprie dei frati Agostiniani, la sinopia di un affresco ormai andato perduto. “L’attuale aspetto della chiesa – si legge ancora nell’opuscolo – è frutto di una serie di stratificazioni costruttive legate alla successione nel tempo di diverse destinazioni d’uso e proprietà. Esemplificativo in tal senso il campanile, oggi landmark del contesto ambientale, la cui costruzione viene promossa nel 1750 dalle monache silvestrine, in sostituzione del precedente, risalente all’originale impianto quattrocentesco“.

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